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Il governo è intervenuto per ammortizzare l'impatto della seconda ondata sulle imprese. I quattro provvedimenti, il primo dei quali è arrivato il 29 ottobre, hanno preso il nome di “decreti ristori”. Ecco che cosa prevedono.
Il primo Decreto Ristori ha accolto le disposizioni previste dal Dpcm del 25 ottobre. Il provvedimento ha stanziato risorse per 5,4 miliardi di euro in termini di indebitamento netto e 6,2 miliardi in termini di saldo da finanziare, tra i quali spiccano 2,4 miliardi a fondo perduto. La misura dovrebbe toccare 460 mila attività produttive.
Il decreto prevede indennizzi a fondo perduto con bonifici diretti sul conto corrente, dal 100% al 200% di quanto già erogato nel mese di aprile con il Decreto Rilancio. Per alcuni settori specifici, quali ad esempio discoteche e sale ballo, si arriva al 400%. Sono inclusi anche un credito d’imposta cedibile al 60% per gli affitti commerciali dei tre mesi di ottobre, novembre e dicembre; la cancellazione della rata Imu di dicembre per i proprietari e i gestori, la sospensione del versamento dei contributi previdenziali in favore dei settori oggetto di restrizioni; ulteriori sei settimane di cassa integrazione, da usufruire tra il 16 novembre 2020 e il 31 gennaio 2021; sostegni ai lavoratori stagionali e ai settori del turismo, dell'agricoltura e dello sport; 400 milioni di euro per il sostegno all’export e alle fiere internazionali.
Il Decreto Ristori Bis è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 10 novembre, modulato in base alla distinzione delle regioni in gialle, arancioni e rosse. Solo per queste ultime, sono previsti indennizzi a fondo perduto fino al 200% di quanto già erogato nel mese di aprile con il Decreto Rilancio. Per le zone arancioni e rosse esordisce una maggiorazione del 50% per gelaterie, bar, pasticcerie ed alberghi che si aggiunge a quanto già disposto dal primo Decreto Ristori. Sospesi i versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali per i datori di lavoro privati con sede operativa nei territori interessati dalle nuove misure restrittive. Confermati la cancellazione della rata Imu e il credito d'imposta al 60% sugli affitti. Congedo straordinario per i genitori in caso di chiusura delle scuole secondarie di primo grado; bonus baby-sitting per le regioni in zona rossa.
Il 24 novembre è entrato in vigore il terzo Decreto Ristori. Le risorse messe in campo sono pari a 2 miliardi. In particolare, viene incrementata di 1,45 miliardi la dotazione del fondo previsto dal Decreto Ristori Bis per compensare le attività che operano nelle Regioni che passano a una fascia di rischio più alta. Nelle zone rosse, le attività di commercio al dettaglio di calzature e accessori vengono incluse tra quelle destinatarie del contributo a fondo perduto al 200%. È inoltre finanziata ulteriormente la misura relativa al credito d’imposta sugli affitti commerciali per i mesi di ottobre, novembre e dicembre.
Il 30 novembre è stata la volta del quarto Decreto Ristori. A seguito del nuovo scostamento di Bilancio da 8 miliardi di euro, approvato dal Parlamento, è stato possibile sospendere e rinviare le principali scadenze fiscali in calendario e ampliare ulteriormente la platea delle attività che possono usufruire degli indennizzi a fondo perduto. In particolare, il Ristori Quater prevede il rinvio al 30 aprile 2021 dei versamenti del secondo acconto dell’Irpef, dell’Ires e dell’Irap a carico delle Partite Iva e delle imprese con ricavi fino a 50 milioni di euro che hanno subito una perdita di almeno il 33% rispetto al primo semestre 2019; i settori economici individuati nel Decreto Ristori Bis e i gestori di ristoranti che si trovano nelle zone arancioni accederanno alla proroga a prescindere dai requisiti; la sospensione dei versamenti delle ritenute, dell’Iva e dei contributi previdenziali di dicembre, per le aziende e i professionisti con un fatturato non superiore a 50 milioni di euro e che abbiano registrato un calo del 33% a novembre 2020 rispetto a novembre 2019.
Viene individuato un fondo “taglia tasse” da 5,3 miliardi di euro da sfruttare nel 2021. È stato incrementato, con 500 milioni di euro per il 2020, la disponibilità del fondo che sostiene l’internazionalizzazione delle imprese attraverso la concessione di finanziamenti a tasso agevolato; rifinanziamento, con 350 milioni di euro per il 2020, il fondo per ristorare le perdite subite dal settore delle fiere e dei congressi.
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