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Mercati

Guida ai mercati emergenti: stato attuale e prossimi sviluppi

Novembre 2021

Lo scenario globale è ancora incerto e i Paesi emergenti rischiano soprattutto sul fronte del debito. Ma sono anche i più impegnati a sostenere la transizione energetica, utilizzando strumenti finanziari innovativi.

Come è normale che sia, i Paesi Emergenti stanno affrontando la pandemia e il rilancio delle attività economiche a diverse velocità e con differenti modalità. D’altronde, come potrebbero muoversi allo stesso modo Paesi tanto eterogenei come Argentina, Brasile, Cile, Cina, Colombia, Repubblica Ceca, Egitto, Grecia, Ungheria, India, Indonesia, Corea, Kuwait, Malesia, Messico, Pakistan, Perù, Filippine, Polonia, Qatar, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa, Taiwan, Thailandia, Turchia ed Emirati Arabi Uniti? C’è però un tratto che li accomuna e cioè lo scenario economico, sociale e sanitario incerto nel quale ci troviamo ancora oggi.

Lo scenario globale

Molti tra questi Paesi sono stati toccati parzialmente dalle prime ondate della pandemia, ma purtroppo hanno ancora tassi di vaccinazione molto bassi, che li possono esporre a nuove varianti del COVID-19 con tutto ciò che ne consegue sul piano economico. Oltre alla situazione pandemica però vano registrati altri elementi che vanno a comporre lo scenario globale: la grande liquidità che le Banche Centrali stanno continuando a iniettare nel mercato e gli stimoli fiscali, per esempio, ma anche la ripartenza dell’inflazione e l’alta richiesta di materie prime che infatti ha spinto il petrolio ai massimi dal 2014. E non va dimenticato che la Cina, al momento la seconda economia mondiale, sta iniziando a scricchiolare dal punto di vista economico.

Paesi emergenti e debito pubblico

A fine 2020 il debito pubblico globale valeva il 97% del PIL mondiale, un problema per le economie avanzate ma anche per i Paesi emergenti e in via di sviluppo. Con i tassi di interesse che lievitano e gran parte del debito in valuta estera, sono proprio i Paesi meno facoltosi che rischiano una dolorosa ristrutturazione del debito. Ed è quanto ha sottolineato di recente anche il Fondo Monetario Internazionale, perché la ristrutturazione permette da una parte di evitare gli effetti negativi di un default e dall’altra parte di avere liquidità per la spesa pubblica e per aiutare lo sviluppo dell’economia.

L'attenzione per la sostenibilità dei Paesi emergenti

Il cambiamento climatico è un problema per tutti gli esseri umani, ma chi è più vulnerabile sono proprio i Paesi emergenti. Ecco perché sono anche i più attenti alla transizione ecologica e stanno sperimentando la collocazione di innovativi green bond.

 

Secondo uno studio dell’Università di Cambridge commissionato da Pictet AM, il cambiamento climatico potrebbe tagliare il PIL pro capite mondiale del 45% entro il 2100. Un disastro per chi ha già un PIL pro capite basso come i Paesi emergenti. Infatti, i più avanzati tra questi Paesi si stanno già posizionando per fare da capofila della rivoluzione green: la Cina è già la prima della classe nelle cellule fotovoltaiche e l’India ha lanciato uno dei principali programmi globali di espansione delle fonti rinnovabili.

 

E non si limitano a questo: Qian Zhang, Senior Client Portfolio Manager per il team Fixed Income Emerging Market Corporate and Greater China Debt di Pictet Asset Management, ha posto l’accento anche sulle obbligazioni societarie. Sempre più aziende infatti stanno puntando su modalità innovative per finanziarsi: le obbligazioni legate alla sostenibilità, emesse con obiettivi specifici chiamati SPT (Sustainability Performance Target), sono legate a per esempio alla riduzione delle emissioni oppure al potenziamento delle risorse idriche. Si tratta di obbligazioni che permettono di incentivare iniziative sostenibili e, nel caso in cui l'emittente non dovesse raggiungere gli obiettivi prefissati, gli investitori ricevono cedole più alte di almeno 25 punti base ogni anno. Insomma, conviene a tutti centrare gli obiettivi di transizione energetica.

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Fonte infografica: Pictet AM Italia