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Banche Centrali

Guida al Quantitative Easing

Ottobre 2017

Dall'Europa agli Stati Uniti il termine “Quantitative easing” ha superato le barriere di settore diventando espressione sempre più comune. Ma cos'è? Perché è così importante? E cosa accadrà adesso che anche la Bce si appresta a mitigarlo? Ecco 10 punti per spiegarlo.

Quantitative Easing: cos'è e come funziona.


  1. Cos'è il Quantitative Easing
    Il Quantitative easing (letteralmente “alleggerimento quantitativo”) è l'acquisto, da parte delle banche centrali, di titoli di Stato (ma anche di altri tipi di titoli) per immettere nuovo denaro, stimolare la circolazione di moneta e tenere sotto controllo i rendimenti che i Paesi membri devono garantire agli investitori.
  2. I tassi d'interesse
    L'acquisto diretto di titoli è una misura straordinaria che si aggiunge alla più convenzionale gestione dei tassi d'interesse. La Bce, infatti, ritocca il tasso di riferimento (cioè quello che le banche devono pagare a Francoforte se prendono denaro in prestito), influenzando così i tassi interbancari. Quando i tassi sono ai minimi, la banca centrale non ha più la possibilità di ulteriori ritocchi. E deve passare ad altre misure.
  3. Ltro e Tltro
    Con questi due acronimi si indicano due programmi di rifinanziamento che hanno rappresentato il preambolo al Quantitative easing. Ltro sta per long term refinancing operation: è un sistema di concessione di prestiti (della durata di tre anni) alle banche che lo richiedessero. Tltro (long term refinancing operation) è un meccanismo simile ma con un requisito in più: obbliga gli istituti a utilizzare le risorse ottenute per i prestiti all'economia reale. Gli obiettivi erano soprattutto due: sostenere il debito pubblico degli Stati membri e incentivare le banche a iniettare liquidità.
  4. Durata e volumi
    Dopo gli scarsi risultati di Ltro e Tltro, il Qe parte nel marzo 2015: la Bce acquista ogni mese fino a 60 miliardi di euro in titoli. Un anno dopo, la cifra sale a 80 miliardi. Alla fine del 2016, Mario Draghi ha annunciato un'estensione del programma fino al 2017, associato una lieve frenata nei volumi. Che tornano ai livelli iniziali: 60 miliardi di euro al mese.
  5. Tapering
    Alla fine di questo periodo, si avvierà il tapering, cioè il processo di graduale riduzione degli stimoli monetari convenzionali (ritocco dei tassi) e non convenzionali (l'acquisto di titoli per creare moneta).
  6. Gli effetti sui titoli di Stato
    L'acquisto di titoli ha come effetto immediato l'aumento dei loro prezzi e la riduzione dei loro rendimenti. In altre parole: gli Stati europei maggiormente sotto pressione pagano meno interessi agli investitori, alleggerendo il debito pubblico. Allo stesso tempo, il Qe puntava anche a stimolare la circolazione di moneta e spingere l'inflazione, ritenuta troppo bassa.
  7. Deflazione e inflazione
    La Bce ha il ruolo di mantenere livelli di inflazione ottimali, attorno al 2%. In periodi di economia debole, l'inflazione cala. Il Quantitative easing ha quindi spinto la circolazione di moneta non riscontrando il rischio di una inflazione eccessiva. Si è deciso di dare priorità a un altro obiettivo: scongiurare la deflazione. Il calo generalizzato dei prezzi aumenta il potere d'acquisto ma disincentiva gli investimenti e mette a rischio le imprese, costrette così a tagliare costi (e posti di lavoro) per sopravvivere.
  8. Gli effetti sui mercati
    Uno degli effetti collaterali di un programma di Quantitative easing è, potenzialmente, il rischio di gonfiare una bolla finanziaria. L'acquisto dei titoli di Stato e i tassi d'interesse azzerati rendono poco profittevole il mercato obbligazionario. Con conseguente migrazione sulle attività finanziarie, più appetibili. Uno spostamento che, però, potrebbe spingere l'acceleratore sulla speculazione.
  9. Il ruolo dell'euro forte
    Nonostante la cautela delle dichiarazioni di Jackson Hole, uno dei fattori che potrebbe prorogare il Qe è la forza dell'euro. La valutazione della moneta comunitaria sta premendo sull'inflazione, contenendo ulteriormente i timori di una fiammata. Sarà anche l'andamento dell'euro a determinare la flessione (con tutta probabilità dolce) dell'acquisto di asset.
  10. Non solo Europa
    Il Quantitative easing è una manovra che ha accomunato (con piccole differenze di metodo) la Bce con altre banche centrali. La prima a muoversi è stata la Fed, già nel 2009, per reggere all'impatto della crisi economia. Ma anche il Giappone ha scelto la strada del Qe per battere la deflazione.
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