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Mercati

Il mercato immobiliare spiegato in 5 punti

Febbraio 2022

Il settore ha chiuso in crescendo il 2021 e le aspettative per il 2022 sono positive, trainate dal new normal e dalle nuove modalità di lavoro ibrido, dai fondi del PNRR e dagli interventi di efficientamento energetico.

La pandemia finalmente sembra non spaventare più gli italiani come qualche mese fa e le attività economiche sono in ripresa. Basti pensare che la stima di Banca d’Italia per il 2022 vede un PIL in crescita del 3,8%, seguito da un +2,5% nel 2023 e da un +1,7% nel 2024. Inoltre, secondo il Bollettino economico diffuso a fine gennaio, è previsto che il numero degli occupati tornerà ai livelli pre-COVID-19 alla fine del 2022. Insomma, uno scenario positivo che trova già conferme nell’andamento del mercato immobiliare. 

1. Le prospettive del mercato immobiliare

Il trend del settore immobiliare è sicuramente positivo e sta accompagnando la ripresa economica generale. Infatti, nel 2021 si è già tornati al livello di compravendite pre-pandemia sia nel comparto residenziale sia in quello non residenziale, secondo l’Osservatorio sul mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate. Le attese per il 2022 sono anche superiori, trainate dai fondi legati al PNRR, ai molti interventi di efficientamento energetico ma anche dal “new normal” che ci apprestiamo a vivere, con più smartworking e flessibilità per molti italiani. Certo, i bassi tassi di interesse stanno favorendo questa crescita ed è probabile che continueranno a sostenerla finché rimarranno stabili.

2. L’andamento dei prezzi

Se ci focalizziamo sul comprato residenziale, notiamo a fine 2021 i prezzi più alti di tutto l’anno secondo l’Osservatorio Immobiliare di MutuiOnline.it: a dicembre il prezzo medio per metro quadro in Italia ha superato la soglia dei 2.000 euro, attestandosi a 2.044 euro per la precisione. Una crescita dell’8% rispetto a novembre, quando i valori medi si fermavano a 1.887 euro al metro quadro.

3. Cosa chiede chi cerca casa

Proprio a causa delle mutate abitudini lavorative, le richieste di chi vuole comprare la prima casa sono chiare: case più confortevoli e ampie, possibilmente con balcone, terrazzo o giardino. Perché il lavoro da casa non poteva non avere un certo impatto sullo spazio che viviamo ogni giorno. Per le nuove generazioni poi, sarebbe meglio se le case fossero sostenibili e dotate di impianti di domotica. Con il lavoro ibrido inoltre è stato osservato un rilancio degli acquisti per le seconde case, nella maggior parte dei casi fuori dalle grandi città.

4. Le soluzioni di investimento

Leggermente diverso è invece il discorso per chi acquista per investimento: in questo caso si privilegiano tagli più piccoli come monolocali e bilocali in modo da poter gestire affitti a breve termine per turismo, soluzioni temporanee o sempre per ospitare smartworkes, soprattutto nelle grandi città ma anche nei piccoli borghi. Ma attenzione anche agli spazi per il coworking dotati di tutto il necessario per le nuove modalità di lavoro.

5. Le differenze di prezzo in Italia

Nel 2021 è il Centro Italia che vanta il primato delle case più costose con 2.125 €/mq. Segue il nord con 1.965 €/mq, praticamente in linea con la media italiana di 1.963 €/mq, e chiudono Sud e Isole con 1.413 €/mq. Se guardiamo alle differenze regionali, troviamo in testa il Trentino (2940 €/mq), al secondo posto il Lazio (2.670 €/mq) e sul terzo gradino del podio la Lombardia (2.196 €/mq). Chiudono invece la classifica Calabria (1.060 €/mq), Umbria (1.259 €/mq) e Sicilia (1.329 €/mq). Spostando il focus sulle città, la regina rimane Milano (2.870 €/mq), alle sue spalle Roma (2.806 €/mq) e poi Firenze (2.425 €/mq). In coerenza con i trend regionali, Reggio Calabria chiude la classifica con un prezzo medio di 941 € al metro quadro.
settore immobiliare
Fonte infografica: Pictet AM Italia