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Educazione finanziaria

Obbligazioni subordinate: cosa sono e come funzionano spiegato in cinque punti

Marzo 2020

Rischi, rendimenti, tipologie e come convertirle. Ecco le obbligazioni subordinate spiegate in cinque punti.

Cosa sono le obbligazioni subordinate e come funzionano

Le obbligazioni subordinate sono una speciale categoria di obbligazioni emesse da banche e aziende il cui rimborso, nel caso di problemi finanziari per l’emittente, avviene successivamente a quello dei creditori ordinari. Un bond è subordinato quando, in caso di liquidazione della banca, sarà rimborsato dopo tutti i non subordinati, ma prima delle azioni. Presentano dunque un livello di rischio maggiore, naturalmente incorporato nel rendimento.

 

In caso di default dunque, l’emittente deve rimborsare prima i titolari delle obbligazioni ordinarie e solo dopo i titolari di obbligazioni subordinate e gli azionisti. Se dopo aver rimborsato gli obbligazionisti ordinari non rimane più nulla, gli obbligazionisti subordinati non ottengono alcun rimborso. Se invece l’azienda non fallisce, i soldi vengono restituiti alla scadenza pattuita, con un tasso di interesse più alto rispetto alle obbligazioni ordinarie. Molte obbligazioni subordinate non hanno una vera e propria scadenza, ma prevedono la possibilità di essere richiamate dall’emittente a certe date con la cosiddetta opzione “call”.

Rischi e rendimenti delle obbligazioni subordinate

I bond subordinati sono spesso denominati “junior” per distinguerli da quelli non subordinati (o “senior”). Hanno una rischiosità maggiore, naturalmente incorporata nei rendimenti, rispetto a quella delle obbligazioni senior. Il rischio è legato proprio al fatto che, in caso di fallimento, il portatore viene soddisfatto dopo gli altri creditori senior. In altri casi, l’investitore può subire perdite anche qualora la banca non diventi insolvente ma semplicemente si trovi in una qualche difficoltà operativa. Le cedole staccate ai portatori sono di solito semestrali o annuali, con rendimenti diversi a seconda dei gradi di rischio.

Le tipologie di obbligazioni subordinate

Il profilo di rischio dipende anche dalle tipologie delle obbligazioni subordinate. Con le ultime regole sui requisiti minimi di capitale, le cosiddette Basilea 2 e Basilea 3, la distinzione tra le diverse categorie di obbligazioni subordinate è cambiata e le tipologie sono ridotte a 2: Tier 1 e Tier 2. In precedenza, le tipologie di bond subordinati erano 4. Le obbligazioni subordinate Tier 1 sono le più rischiose e in caso di insolvenza si rischia il 100% del capitale investito, ma sono anche le più remunerate.

Rimborsi

Il problema del rimborso sorge nel momento in cui l’impresa o la banca che le ha emesse fallisce e quindi chiude. Dal 2016, con il bail in (“salvataggio interno”), in caso di difficoltà si svalutano le azioni, poi i bond ibridi, poi i subordinati e infine i senior, con la conversione in azioni per assorbire le perdite.

Conversioni

Le obbligazioni possono essere anche convertibili, cioè si può dare al titolare la possibilità di convertire le obbligazioni in azioni a una certa scadenza. Se si decide di farlo, però, si devono accettare una serie di condizioni, tra cui in primis l’aumento del rischio. Convertendo i bond in azioni, si diventa azionisti della società. In più non si avrà diritto al pagamento delle cedole, ma solo alla eventuale distribuzione degli utili. In compenso, se l’azienda va bene, i guadagni possono aumentare.

Fonte infografica: Pictet AM Italia