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Economia e finanza

Crisi COVID-19: lo stato delle PMI in ottica 2021

Novembre 2020

I dati sono tutti negativi, ma un buon numero di imprese sta approfittando della situazione per accelerare sulla sostenibilità e diventare più competitivo.

Le piccole e medie imprese sono quelle che più soffrono la crisi causata dalla pandemia da COVID-19. Un problema grave, considerando che le PMI costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana. Con uno spiraglio che si intravede però in fondo al tunnel: secondo i dati che arrivano dal Forum per la Finanza Sostenibile, un buon numero di queste imprese sta approfittando della situazione per accelerare sulla sostenibilità e diventare più competitivo.

La situazione attuale

Ci sono dati negativi sullo scenario che si prospetterà nei prossimi mesi, che saranno decisivi per la tenuta del business in un clima di estrema incertezza. Secondo Istat, oltre la metà delle imprese (con il 37,8% di occupati) prevede una mancanza di liquidità per far fronte alle spese da affrontare fino alla fine del 2020. Il 38% segnala rischi operativi e il 42,8% ha richiesto il sostegno per liquidità e credito.

 

Per oltre il 70% delle imprese, nel periodo marzo-aprile 2020 il fatturato si è più che dimezzato (nel 41,4% dei casi) o ridotto tra il 10 e il 50% (nel 27,1% dei casi). Solo nell’8,9% delle imprese il valore del fatturato è invece rimasto stabile.

 

La crisi, però, era cominciata ben prima. Secondo il Report Regionale PMI 2020, realizzato da Cerved e Confindustria, il COVID-19 si innesta in un periodo di debolezza per le PMI che, dal 2018, avevano già interrotto la loro lenta ripresa. La pandemia, ora, avrà ricadute pesanti soprattutto sugli indici di redditività: si stima una contrazione del fatturato del 12,8% nel 2020, con un rimbalzo nel 2021 dell’11,2% (per una perdita di 227 miliardi di fatturato nel biennio 2020-21). E se continua la nuova ondata di COVID-19, il calo dei ricavi è stimato a -18,1% per l’anno in corso (+16,5% nel 2021), con minori ricavi che sfioreranno i 300 miliardi di euro.

 

Secondo il “Barometro Censis-Commercialisti sull’andamento dell’economia italiana”, sono 460.000 le piccole imprese italiane (con meno di 10 addetti e sotto i 500.000 euro di fatturato) a rischio chiusura a causa dell'epidemia: l'11,5% del totale, capace di un fatturato complessivo di 80 miliardi di euro e di impiegare un milione lavoratori.

Resilienza

La buona notizia è che però i fondamentali finanziari delle PMI continuano a rafforzarsi, registrando una forte riduzione del peso dei debiti finanziari in rapporto al capitale netto. Dato che spinge l’Ufficio Studi di BorsadelCredito.it a essere ottimista sul prossimo futuro: “Il maggior problema delle PMI è oggi la liquidità, ma è possibile farvi fronte proprio perché, anche in un contesto di debole crescita di fatturato e redditività, i fondamentali finanziari hanno continuato a migliorare. Dunque, nella media, le imprese hanno la possibilità di richiedere un finanziamento. E possono così investire per far fronte alla crisi”.

Effetto scossa e svolta green

Quello che è successo nel 2020 potrebbe avere allora “l’effetto di una scossa”, spiegano gli analisti, “e costringere le imprese a un cambiamento epocale: la pandemia ha dimostrato con i fatti che la digitalizzazione sia ormai una necessità e non è un caso che l’e-commerce sia stato, insieme ai dispositivi medicali, l’unico settore a crescere a doppia cifra, mentre gli altri perdevano altrettanto in termini di vendite. Tutte le imprese lo hanno compreso e stanno aggiungendo il canale digitale alla propria offerta. Ci saranno fallimenti, ci sarà una selezione, ma alla fine le PMI che resteranno sul mercato saranno più forti e promettenti di prima”.

E questa previsione è anche in linea con i dati che arrivano dalla ricerca “PMI italiane e sostenibilità” del Forum per la Finanza Sostenibile: un’azienda su tre (il 29%) ritiene che integrare la sostenibilità tra i criteri che guidano le scelte strategiche contribuirà a uscire più rapidamente dalla crisi attuale.

Il 37% del campione prevede infatti un aumento dell’attenzione sulle tematiche ambientali, sociali e di governance nel mondo post-COVID. A livello aziendale, oltre l’80% delle PMI intervistate considera la sostenibilità un elemento importante nelle scelte strategiche e d’investimento, con benefici che riguardano soprattutto le strategie di marketing e di prodotto e la reputazione.