ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Ricevi gli ultimi aggiornamenti dal mondo Pictet!

Mercati

Draghi e fiducia dei mercati: quali sono stati gli atti più apprezzati del suo operato

Febbraio 2022

Dopo un anno di esecutivo, l'ex Presidente della BCE ha mantenuto invariata la sua credibilità internazionale. Dalla sua parte ci sono la crescita e i numeri della campagna vaccinale

Il governo Draghi ha goduto di una solida fiducia da parte dei mercati e delle istituzioni europee. In fondo, era stato nominato per questo: in un momento di frammentazione politica e in piena pandemia, la sua presenza sarebbe servita prima di tutto come garanzia, vista l'indubbia credibilità internazionale, figlia della presidenza della BCE.

 

Il sostegno dei mercati al Governo Draghi

Il primo attestato di sostegno è arrivato il 3 febbraio, giorno in cui la formazione del suo esecutivo diventava ormai certezza. Il Ftse Mib, dopo uno scatto fino al +3%, ha chiuso la giornata con un rialzo superiore al 2%, trainato dal comparto bancario.

 

Ancora più evidente è l'impatto visto attraverso lo spread BTP Bund. Le turbolenze della maggioranza lo avevano portato attorno ai 120 punti base. Nell'intervallo tra il mandato a Draghi e la nomina del nuovo governo, è sceso fino a 89 punti.     

 

Più che sui singoli provvedimenti, quindi, la reazione dei mercati è stata legata alla capacità di tenere insieme la maggioranza e di fare da riferimento in una situazione in cui il quadro economico-finanziario continua a essere legato a quello sanitario.

Pandemia e ripresa

Nella seconda parte dell'anno, i contagi sono tornati a crescere in modo vigoroso e le Banche Centrali hanno iniziato a muoversi per contenere l'inflazione. Si tratta di due fattori che hanno pesato sui mercati. Difficile immaginare che il governo (in Italia e non solo) potesse avere un impatto. Davanti a movimenti di tale portata, sono continuati gli attestati di stima internazionali, ma non si ci sono state reazioni evidenti legate a singoli provvedimenti.

    

Il principale banco di prova, infatti, è stato la gestione della pandemia. Europa e analisti finanziari hanno espresso consenso nei confronti del Green Pass e lodato una campagna vaccinale che ha garantito all'Italia una tra le più ampie coperture al mondo.

 

Positivi sono stati anche i dati sulla crescita, che procede più spedita rispetto alla media Ue e ha superato le stime dello stesso governo italiano. L'Economist, giornale in passato tutt'altro che tenero, ha nominato l'Italia “Paese dell'anno”. Il giornale londinese ha definito Draghi come un presidente del Consiglio “competente e rispettato a livello internazionale”, mentre l'Economia “recupera più rapidamente rispetto a quella di Francia e Germania”. 

La legge di Bilancio

Davanti alla pandemia, i singoli provvedimenti e la stessa legge di Bilancio non hanno provocato grandi sussulti. Anche perché sono stati molti gli interventi ma poche le riforme strutturali. Oltre una serie di interventi d'emergenza (dai bonus alle proroghe legate al COVID-19), è stata rifinanziare Quota 102, che permette di andare in pensione a 64 anni con 38 anni di contributi. È stato ritoccato il Reddito di Cittadinanza e sono state riviste le aliquote Irpef. Procede l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza: vista la provenienza dei fondi (Europa), la credibilità dell'esecutivo (oltre all'efficacia delle misure attuative) rappresenta un elemento fondamentale.