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Banche Centrali

Gli strumenti finanziari delle Banche Centrali: tassi e Qe per arginare la crisi Coronavirus

Maggio 2020

BCE, Fed, BoE: tutte sono intervenute attraverso acquisti di titoli, taglio dei tassi e linee di credito.

A una crisi senza precedenti le Banche Centrali stanno rispondendo con azioni senza precedenti. Dalla Fed alla BCE, tutte hanno messo in campo gli strumenti a propria disposizione in modo da attenuare l'impatto del COVID-19. I tassi di riferimento si sono abbassati mentre l'acquisto di titolo ha accelerato. Sia l'Eurotower che la Federal Reserve hanno affermato che faranno “qualsiasi cosa” il loro ruolo consenta per attutire l'impatto. Una versione del “whatever it takes” di Mario Draghi, adattato però a un contesto diverso.  

BCE: linee di credito e Qe contro il COVID-19

La Banca Centrale Europea ha lasciato i tassi d'interesse invariati, ma partiva da quelli sui depositi negativi (-0,50%) e da quelli sui presti marginali minimi (0,25%). Per ora Francoforte ha deciso di agire percorrendo altre strade: ha tagliato di 50 punti base i tassi d'interesse sul Tltro3, questo vuol dire che le aste di liquidità che partiranno a giugno saranno ancora più convenienti.

 

La BCE non è solo intervenuta su operazioni già attese ma ne ha varate di nuove, questa volta con un obiettivo apertamente legato al Coronavirus: si chiamano Peltro (Pandemic Emergency Longer-Term Refinancing Operations) e, come dice il nome, sono operazioni di rifinanziamento a lungo termine nate proprio per rispondere alla pandemia. Non sono escluse neppure nuove accelerazioni nel programma di acquisti di debito, per rendere più sostenibile quello degli Stati alle prese con l'emergenza (e quindi con i costi che sono chiamati a sostenere).

Fed: tassi bassi e acquisti illimitati

La Fed è intervenuta con una serie di misure. Già a marzo ha tagliato di mezzo punto percentuale i tassi di interesse. La sforbiciata, più generosa delle previsioni, ha ridotto i tassi a un intervallo tra lo 0 e lo 0,25%. Praticamente azzerati. Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powel, ha però affermato che, al momento, l'ipotesi di tassi negativi non è stata presa in considerazione, nonostante il presidente Usa Donald Trump spinga in questa direzione.

 

La versione statunitense del “whatever it takes” è il via libera al quantitative easing illimitato: i titoli saranno acquistati in base alle necessità, senza vincoli di tempo e volumi. L'accelerazione c'è già stata, dalla seconda metà di marzo. Powel ha però chiarito, in una relazione al Senato, che la leva monetaria, per quanto preziosa, da sola non basterà a contrastare il Coronavirus.

Le altre Banche Centrali

Il 3 marzo, la Reserve Bank of Australia è stata la prima Banca Centrale a tagliare i tassi indicando come motivazione l'emergenza Coronavirus. Lo aveva fatto anche la Banca Centrale Cinese, senza però addurre esplicitamente il COVID-19 come fattore della decisione.

 

Anche la Bank of England ha portato i tassi ai minimi (0,1%). Prima dell'inizio della crisi erano fissati allo 0,75%. A differenza della Fed, la BoE non ha escluso il ricorso ai tassi negativi. Niente di ufficiale e nessun orizzonte temporale indicato. Ma il vicegovernatore Ben Broadbent ha parlato di un “possibile ulteriore allentamento monetario”.