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Megatrend

La nuova economia per i “giovani vecchi”

Maggio 2021

Interi settori stanno iniziando ad adattare la propria offerta in base alle esigenze di una popolazione che vive sempre più a lungo. Un cambio di prospettiva che potrà trasformare il volto dell’economia mondiale.

L’invecchiamento della popolazione mondiale è sicuramente la più importante spinta alla trasformazione dell’economia globale dopo il cambiamento climatico. Migliore assistenza sanitaria, progressi tecnologici e condizioni di lavoro più sicure permetteranno a chi nasce oggi di vivere circa 14 anni in più di chi è nato 50 anni fa. E non si tratta di un fenomeno relativo solamente alle nazioni più sviluppate.

L'aumento delle spese mediche

La Cina vanta uno dei miglioramenti più importanti delle aspettative di vita, tanto che nel gigante asiatico le persone vivono circa 33 anni più a lungo rispetto al 1960. Anche altre grandi nazioni in via di sviluppo come la Turchia, l’India e il Brasile sono su incrementi simili. E secondo le Nazioni Unite, se gli attuali trend di crescita dovessero mantenersi costanti, nel 2050 circa il 22% (2 miliardi di persone) dell’umanità avrà oltre 60 anni. E questo risultato porta a diversi problemi per la nostra società, come per esempio l’aumento delle spese per la sanità: i governi europei già oggi, per la sanità, spendono per i cittadini con oltre 80 anni dal 70% al 100% in più rispetto a tutti i 60enni.

L'impatto sulla forza lavoro

Un altro tema che andrà tenuto sempre più sotto controllo è l’impatto su una forza lavoro in costante contrazione. Con la popolazione in età da lavoro (quindi tra i 16 e i 64 anni circa) che inizierà a scendere dal 2030, la produttività dell’economia rischia di andare incontro a una netta diminuzione, ha fatto notare il Fondo Monetario Internazionale. Ma sottolineare solamente l’aspetto negativo dell’invecchiamento della popolazione e utilizzare termini come “bomba a orologeria demografica” oppure “silver tsunami” non aiuterà a trovare soluzioni.

L'economia dei "giovani vecchi"

Secondo uno studio della società di consulenza McKinsey, i “giovani vecchi” sono quei cittadini che hanno intenzione di lavorare anche dopo i 60 anni e hanno una buona propensione a spendere i propri soldi in beni e servizi che permettano loro di rendere più semplice e più piena la vita di tutti i giorni. Se i governi e le aziende troveranno il modo di soddisfare le esigenze di questa fetta di popolazione, l’economia globale potrà beneficiare di una spinta del valore di 12 mila miliardi di dollari entro il 2040.

La robotizzazione

L’automazione dell’industria e la robotizzazione trovano riscontro in due modi anche nell’invecchiamento della popolazione. Innanzitutto, gli anziani richiedono robot specializzati che facciano i lavori più fisici e che assistano nei lavori di casa o nelle cure mediche, come sta succedendo in Giappone. In secondo luogo, una popolazione che invecchia ha bisogno di robot che rimpiazzino la forza lavoro. Avere meno persone in età da lavoro significa che l’intera crescita economica e il relativo benessere vengono impattati negativamente, quindi bisogna trovare delle soluzioni. E i robot per i lavori più pesanti, rischiosi o ripetitivi possono essere la risposta giusta. 

Sarà rivoluzione anche nelle smart home

Anche il settore abitativo sta cercando di adattarsi ai rapidi cambiamenti demografici della popolazione, riconfigurando l’offerta sulla base delle necessità di abitanti più vecchi. Secondo la società di consulenza P&S Intelligence, il mercato delle smart home con un approccio healthcare varrà 100 miliardi di dollari entro il 2030. Un balzo enorme rispetto ai 9 miliardi di dollari di oggi. “Gli anziani chiedono alle smart home tecnologie in grado di aiutarli a vivere in modo indipendente” specifica il report di P&S. E sarà sempre più così.