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Mercati

Le obbligazioni dei Paesi emergenti: un focus sulla Cina

Aprile 2020

Il mercato obbligazionario tiene nonostante l'epidemia, che anzi sta trasformando la Cina in un nuovo rifugio.

La prima ad essere colpita e, a quanto pare, la prima a riemergere. L'efficacia della risposta cinese al COVID-19 si vede anche dai segnali di fiducia emersi sui mercati, sia azionario che obbligazionario. Le ripercussioni economiche restano, ma il panico sembra aver avuto un impatto tutto sommato contenuto a livello finanziario.

Il quadro economico della Cina: le conseguenze del coronavirus

A livello economico, la diffusione dell'epidemia colpisce sia la domanda che l'offerta. La produzione cinese è ridotta. Gli scambi con gli altri Paesi limitati. E se in un primo momento era la Cina il partner da tenere lontano per ragioni sanitarie, adesso è il gigante asiatico che ha iniziato a chiudere agli altri Stati (Italia compresa). Tra stabilimenti chiusi e quarantene imposte, il ritmo produttivo è calato. Dall'altra parte, la clausura e i timori dei consumatori hanno decise ripercussioni sulla domanda di prodotti, con consumi che si riducono e cambiano composizione. 

Le ripercussioni sulla borsa di Shanghai

Dal punto di vista finanziario, la borsa di Shanghai ha accusato il colpo alla fine di gennaio, nei giorni immediatamente successivi alla diffusione del contagio. Ma ha poi reagito, ripianando gran parte delle perdite prima di una nuova flessione (più blanda). Risultato: dall'inizio dell'anno, la borsa cinese ha perso poco più dell'11%, un terzo delle perdite accusate dal Ftse Mib.

Le obbligazioni nei Paesi emergenti: come la Cina ha reagito alla diffusione del COVID-19

La Cina, in piena emergenza, ha continuato a emettere grandi quantità di bond: 22 miliardi di dollari a febbraio, con un incremento consistente anno su anno. Tanto che il Financial Times ha parlato dei bond cinesi come “rifugio” degli investitori internazionali proprio dalle ripercussioni del coronavirus. Il Paese non si rivolge però solo ai mercati internazionali (che per tutta risposta sembrano dare fiducia a Pechino) ma anche a quello domestico, con emissioni denominate in yuan raddoppiate a febbraio rispetto allo scorso anno. I titoli di Stato a dieci anni restano su tassi contenuti, attorno al 2,7%.

 

A proposito di COVID-19 e obbligazioni, è poi nato un nuovo strumento proprio per sostenere le imprese in difficoltà: è l'equivalente di quelli che, su proposta del premier Giuseppe Conte, sono stati ribattezzati “coronavirus bond”. Cioè titoli emessi dai singoli stati ma garantiti dall'Ue. In Cina, una formula simile, ha portato nelle casse delle aziende 34 miliardi di dollari, con tassi molto convenienti.