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Ursula von der Leyen è tedesca, ma è nata a due passi da Bruxelles. Dopo una lunga carriera politica in Germania, a luglio è stata designata presidente della Commissione europea. La prima donna a ricoprire questa carica. Lo ha sottolineato nel suo primo discorso al Parlamento europeo, durante il quale ha indicato gli obiettivi del suo mandato.
Ursula von der Leyen ha fatto cenno alla necessità di “essere pronti a combattere” per difendere “lo stile di vita europeo”. Ha parlato di sostegno a “multilateralismo, commercio equo, ordine basato sulle regole”. Tutto questo si ottiene “riscoprendo la nostra unità. Se siamo uniti all’interno, nessuno ci dividerà dall’esterno”. Un appello alla coesione, funzionale a una maggiore presenza internazionale: “Credo che l’Europa – ha affermato von der Leyen - debba parlare con voce più forte e più unita sulla scena mondiale, e debba agire rapidamente”, “diventando più europei” pur confermando la centralità dell'alleanza atlantica.
La nuova presidente della commissione ambisce a rendere l’Europa “il primo continente a impatto climatico zero del mondo entro il 2050”. Si tratta di un obiettivo più ambizioso di quello attuale, che prevede di ridurre le emissioni del 40 % entro il 2030. “Non è sufficiente”, ha affermato von der Leyen. Il taglio dovrebbe essere del 50-55%. Per questo ha promesso “un Green Deal per l’Europa nei primi 100 giorni del mandato” e “la prima vera e propria legge europea sul clima”. Tra le misure previste ci sono un sistema che penalizzi economicamente chi produce più emissioni e “un’imposta sul carbonio alle frontiere” per evitare la loro “rilocalizzazione”.
Ursula von der Leyen ha definito le Pmi “le colonne portanti delle nostre economie”. Perché continuino a esserlo “la sola condizione è che abbiano accesso ai capitali ovunque in questo enorme mercato unico. Rimuoviamo tutti gli ostacoli. Apriamo le porte. È ora di portare a compimento l’Unione dei mercati dei capitali. Le nostre Pmi lo meritano”. A proposito di lavoro, la presidente ha affermato che “ogni lavoratore a tempo pieno dovrebbe percepire un salario minimo sufficiente a condurre una vita dignitosa”. Dovrebbe anche esserci “un regime europeo di riassicurazione delle indennità di disoccupazione” e ha promesso maggiore impegno per l'occupazione giovanile e per l'equità salariale tra uomini e donne.
Molto attese erano le parole in tema migranti: “L’Unione europea - ha affermato von der Leyen - ha bisogno di frontiere più umane. Dobbiamo salvare vite, ma questo, da solo, non basta”. Ha quindi elencato alcuni obietti: “Ridurre la migrazione irregolare, lottare contro chi la favorisce e i trafficanti di esseri umani, salvaguardare il diritto d’asilo e migliorare le condizioni dei rifugiati”. Serve quindi “empatica” ma anche “un’azione risoluta”. La presidente si è detta “consapevole” sia della complessità del tema sia di quanto sia divisivo. Per questo ha spiegato che proporrà “un nuovo patto su migrazione e asilo, che comprenda la riapertura delle discussioni sulla riforma del sistema di Dublino”.
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