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Il progresso tecnologico nell’istruzione: come studieremo nel 2044

Luglio 2021

In un contesto in cui l’apprendimento dovrà essere continuo, lungo tutto l’arco della vita, l’istruzione sarà sia digitale sia in presenza. E l’intelligenza artificiale potrà avere un ruolo centrale.

L'articolo fa parte della rubrica Welcome to 2044 e deriva da un’analisi di scenario futuro realizzata dal Copenhagen Institute for Futures Studies. Per i sottoscrittori della nostra newsletter, è possibile scaricare l’intero documento originale (in inglese).

 

 

Come cambierà l’istruzione superiore nel 2044? L’approccio tradizionale, che prevede un certo numero di anni di studio prima di entrare nel mercato del lavoro per una carriera lunga anche 50-60 anni, non sarà più sostenibile. Di fatto, nel futuro non si smetterà mai studiare.

 

Il continuo progresso tecnologico renderà l’obsolescenza delle competenze sempre più breve e i continui cambiamenti nel mercato del lavoro richiederanno un aggiornamento continuo lungo tutto l’arco della vita lavorativa. Ma anche nelle modalità di apprendimento e fruizione l’istruzione sarà sempre più integrata con gli strumenti tecnologici e digitali in una nuova versione ibrida tra studio in presenza e studio a distanza, in cui a farci da tutor potrebbe essere anche un software automatico.

Lifelong learnig

L’apprendimento non si fermerà dunque al diploma, alla laurea o al master universitario, ma si espanderà anche in ambiti diversi dal contesto educativo formale. Sarà un approccio all’istruzione a “circuito aperto”: studenti e lavoratori avranno bisogno di acquisire conoscenze e competenze lungo l’intera carriera, anche al di fuori delle università.

 

Nuovi attori, compresi i giganti della tecnologia, entreranno nel settore dell’istruzione, ampliando l’offerta oltre i tradizionali corsi universitari, con maggiore flessibilità e facilità di accesso. Ci saranno corsi online riconosciuti in tutto il mondo e sarà possibile sostenere esami online per certificare le proprie competenze in determinati campi, anche da autodidatti.

 

Di conseguenza, anche il valore dei diplomi tradizionali diminuirà nel mercato del lavoro. La laurea continuerà ad avere certo il suo peso, così come le università continueranno a essere istituzioni prestigiose, ma nel mercato del lavoro conteranno anche e soprattutto le competenze acquisite e certificate al di fuori dei percorsi universitari. Purché siano autorevoli e riconosciuti.

Tutor automatici, ma non solo

La tecnologia sarà sempre più presente in queste nuove modalità di apprendimento. E l’intelligenza artificiale migliorerà l’esperienza di studio in molti modi. Lo standard sarà avere – accanto ai docenti tradizionali – anche un “tutor” digitale, ovvero un vero e proprio software automatico, che aiuterà gli studenti e li guiderà attraverso i loro percorsi di apprendimento e pianificazione dell’istruzione. Tra la scelta dei corsi, gli orari e gli esami da sostenere.

 

E per favorire l’accesso a un pubblico più ampio, saranno creati anche ambienti di apprendimento virtuali, attraverso la realtà aumentata, che simuleranno laboratori e interazioni fisiche tra studenti e docenti.

 

Non ci sarà più bisogno di essere sempre in aula, insomma. Gli strumenti tecnologici a disposizione permetteranno di studiare quando e dove si vuole, senza orari prestabiliti, interagendo anche con studenti molto lontani da noi che però condividono le nostre stesse aree di interesse. E spesso potrà capitare di studiare con persone di età e contesti professionali differenti, favorendo l’incrocio e la contaminazione delle competenze a distanza.

 

Seppur non sostituirà del tutto l’istruzione in presenza, fatta anche di relazioni sociali e scambi di idee, l’automazione favorirà l’accesso dell’istruzione a persone che in passato non avrebbero potuto accedervi. Così come testi, libri e lezioni online saranno a disposizione anche di chi non potrà recarsi di persona in un determinato posto.

 

Smetteremo quindi di andare all’università? E i professori saranno sostituiti dall’intelligenza artificiale? Non proprio. Sarà necessario mantenere una impostazione ibrida, garantendo comunque dei momenti di incontro fisico. Così come un software non potrà sostituire la figura del docente, ma solo aiutare gli studenti.

 

Il digitale non prevarrà del tutto sulla relazione di apprendimento in presenza. La contaminazione di idee e intelligenze che oggi garantiscono aule e laboratori universitari continuerà a sopravvivere. Accanto all’intelligenza artificiale.

 

 

Non perdere le prossime uscite della rubrica Welcome to 2044 per scoprire come sarà la vita nel futuro.

Scarica il rapporto completo (Inglese)