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Analisi dei Mercati Finanziari

Investire oggi: l’analisi dei mercati finanziari di Gennaio 2022 | di Fabrizio Santin

Gennaio 2022

Fabrizio Santin, Senior Investment Manager di Pictet AM Italia, descrive il quadro macroeconomico del mese di gennaio caratterizzato da un inizio complicato per i mercati finanziari, alle prese con la variante Omicron e le decisioni della Fed. Scopri tutti i dettagli nel video.

L’inizio dell’anno si è dimostrato complicato per i mercati finanziari, che stanno valutando l’impatto macroeconomico di Omicron e il cambio di passo da parte della Fed.

Le prime sessioni del 2022 registrano una rapida risalita dei rendimenti obbligazionari, guidati soprattutto da quelli americani. A dicembre Powell ha lasciato intravedere un cambiamento di regime da parte della Banca Centrale. Oltre a raddoppiare il ritmo del tapering degli acquisti, ha comunicato che l’inflazione non andava più giudicata come transitoria.

Fabrizio Santi, Senior Investment Manager di Pictet AM Italia


Le minute della riunione di dicembre, pubblicate nella prima settimana dell’anno, hanno ulteriormente calcato la mano. La Fed sembra pronta ad iniziare un ciclo di rialzi di tassi di interesse subito dopo la conclusione del tapering, previsto a fine marzo. In questo momento il mercato incorpora quasi quattro rialzi nel 2022 e, tuttavia, il tasso terminale stimato dal mercato è ancora piuttosto basso.

Un ulteriore elemento restrittivo è legato al Quantitative Tightening, ossia il mancato reinvestimento dei titoli acquistati dalla Fed quando giungono a scadenza. Nella situazione attuale, il QT potrebbe iniziare già a metà del 2022.

Il cambiamento della Fed è stato repentino e lascia intendere che il mandato sul fronte della piena occupazione sia stato raggiunto. I dati affermano che la disoccupazione è al 3,9%, ci sono 4 milioni di disoccupati e il tasso di partecipazione alla forza lavoro è ancora sotto i livelli pre-pandemici. Tuttavia, ci sono 10 milioni di posizioni lavorative attualmente aperte e la crescita salariale si attesta su un solido +5% annuale. Probabilmente la Fed si è convinta che gli effetti della pandemia sull’offerta di lavoro sono strutturali ed è più difficile del previsto reincorporare la forza lavoro fuoriuscita.

L’introduzione repentina del QT è volta ad ottenere una curva dei rendimenti più ripida attraverso i mancati reinvestimenti, con l’intento di indurre condizioni finanziarie meno accomodanti. Oppure, in previsione di un'accelerazione nel ritmo della crescita della liquidità dal canale privato, dimostra la necessità di porre un freno alla base monetaria. Entrambe queste possibili motivazioni farebbero riferimento a evoluzioni né recenti né inattese, ma sorprende la comunicazione precipitosa della Banca Centrale. La confusione sulla cornice di motivazioni preoccupa e potrebbe diventare fonte di ulteriore volatilità sui mercati finanziari.

In questo contesto, la variabile chiave resta l’inflazione. Qualora dovesse rientrare tra il primo e il secondo trimestre, sarà più facile per i mercati rimuovere una parte dei rialzi già prezzati. Al contrario, la Fed dovrà svolgere il ruolo di pompiere.