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Lo è sempre stata e lo è, ancor di più, in questo momento: l'educazione finanziaria svolge un ruolo decisivo per la gestione delle risorse familiari, soprattutto in tempi di crisi economica come quella innescata dal COVID-19. Mentre si apre il mese dell'educazione finanziaria, i dati dimostrano che l'Italia ha ancora molto da recuperare. E per farlo serve lo sforzo delle istituzioni pubbliche quanto quello dei privati. Proprio per questo Pictet si impegna a spiegare, sui propri canali social, un concetto chiave al giorno legato al mondo degli investimenti, in un percorso a difficoltà crescente che si svilupperà durante tutto il mese di ottobre.
Una ricerca pubblicata nel 2018 dalla Banca d’Italia ha individuato un ritardo consistente nella conoscenza dei temi finanziari: solo il 30% degli italiani raggiunge un livello adeguato. Una percentuale che si ferma a meno della metà rispetto alla media OCSE. Come sottolinea lo studio, “l'alfabetizzazione finanziaria italiana è tra le più basse del G20”. Una lacuna che si traduce non solo nella mancanza di “conoscenza di concetti economici base” ma anche nella resistenza a “mettere in pratica buone pratiche quotidiane”, come ad esempio annotare entrate e uscite del bilancio familiare. È vero che l'alfabetizzazione finanziaria risente del basso livello di istruzione. Ma, afferma Bankitalia, questa è una motivazione che spiega “solo in parte” il ritardo.
Il ritardo si sta accumulando anche tra i giovani. Secondo i dati dell'indagine Pisa, con cui l’OCSE scatta una fotografia del livello di conoscenza finanziaria, l'Italia è fuori dalla top 10 (su venti Paesi analizzati). In una scala da uno a cinque, il 20,9% degli studenti si ferma al primo gradino (cioè a una conoscenza insufficiente). La media OCSE è del 14,7%. Al quinto livello (quello che segnala conoscenze più profonde) arriva solo il 4,5% degli studenti italiani, contro il 10,5% della media. I dati complessivi raccontano altri gap: le ragazze hanno un'alfabetizzazione finanziaria peggiore dei ragazzi e il Sud fa peggio del Nord.
Ma perché queste lacune, che l'Italia si trascina dietro da anni, emergono con maggiore forza in tempi di crisi? Semplice: perché si è costretti a confrontarsi con temi e questioni dati per scontato o sottovalutati. Ed è proprio quello che sta succedendo con l'emergenza COVID-19. Secondo un sondaggio Doxa, commissionato dal Comitato Edufin ed effettuato tra fine maggio e inizio giugno, dopo il lockdown quasi il 60% delle famiglie italiane ha dichiarato di arrivare con difficoltà alla fine del mese. C'è, in particolare, “una difficoltà generalizzata a far fronte a spese improvvise di media entità”.
L’indagine rivela anche un altro aspetto: “Disporre di solide conoscenze finanziarie può fare la differenza: il 49,5% di coloro che dichiarano di possederle sarebbe capace di affrontare una spesa improvvisa di 2 mila euro, contro il 27,7% del campione meno alfabetizzato”. Non solo: il 63% degli intervistati con un basso livello di cultura finanziaria dichiara di arrivare con difficoltà alla fine del mese, contro il 43,8% di coloro che sostengono di possedere elevate conoscenze finanziarie.
I dati parlano chiaro: serve diffondere educazione finanziaria. È nato per questo il Comitato Edufin, che fa capo al ministero dell'Economia e delle Finanze. Ma un obiettivo così ambizioso e, allo stesso tempo, stringente non può essere demandato solo al governo. Pictet è impegnato da anni per divulgare l'alfabetizzazione finanziaria. Il blog Pictet per Te non si rivolge solo al mondo dei consulenti, ma si propone come una guida per chiunque voglia investire in modo consapevole.
Con gli stessi obiettivi è stato concepito “Ripartire con i Megatrend”, il programma di Class CNBC che indaga con Pictet AM Italia le forze che cambieranno il mondo di domani. La loro comprensione è decisiva. I Megatrend sono infatti fenomeni che agiscono nell’arco di diversi anni (come cambiamenti demografici, ambientali, tecnologici, sociali). Se le notizie del momento generano volatilità, concentrarsi sui Megatrend permette di guardare nel medio-lungo periodo. Ecco perché la conoscenza finanziaria diventa l'antidoto all'emotività e la base di investimenti migliori.
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