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La crisi di governo, che si trascinava dalla fine del 2020, ha trovato il suo sbocco: Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea, è il nuovo presidente del Consiglio. L'incarico, dopo le consultazioni e la fiducia delle Camere, è partito ufficialmente il 13 febbraio. Il nuovo esecutivo è supportato da uno schieramento di unità nazionale che va dal Pd alla Lega. Oltre a ottenere un appoggio parlamentare ampio, Draghi ha incassato il favore delle istituzioni europee. Per guidare il ministero dell'Economia, ha pescato in Banca d'Italia (istituzione guidata da Draghi tra il 2005 e il 2011), affidando l'incarico al direttore generale Daniele Franco.
La crisi economica morde e le misure di contenimento del contagio (con le loro ricadute su cittadini e imprese) restano strette. L'inflazione resta molto bassa e gli Stati hanno bisogno di sostegno: ecco perché non sorprende la linea della continuità scelta dalle Banche Centrali. Prosegue infatti la loro politica espansiva. Lo ha confermato, davanti alla Commissione bancaria del Senato USA, il presidente della Fed Jerome Powell: “L'economia resta lontana dai nostri obiettivi di occupazione e inflazione, e la Fed continuerà quindi a sostenerla con tassi di interesse prossimi allo zero e acquisti di asset su larga scala”. Dall'altra parte dell'Atlantico, la presidente della BCE Christine Lagarde ha ribadito l'obiettivo di “proteggere l’economia europea fino a quando non sarà raggiunta l’immunità diffusa”. La BCE, quindi, “continuerà a fare la propria parte”, mantenendo “condizioni finanziarie favorevoli”.
Le prospettive economiche restano intrecciate con quelle sanitarie. Con le Regioni italiane che oscillano ancora tra zone gialle, arancioni e rosse, la ripresa sarà meno vigorosa del previsto. Moody's ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita italiana nel 2021: il PIL dovrebbe aumentare del 3,7%, contro una stima precedente del 5,6%. Sulla stessa linea la Commissione europea: nel 2020, la caduta del Prodotto interno lordo è stata massiccia ma minore del previsto (-8,8%). L'anno in corso dovrebbe vedere un progresso del 3,4%, con un ulteriore passo avanti (+3,5%) nel 2022. Più ottimista S&P, che prevede una crescita del 5,3% nel 2021.
Il piano vaccini è uno dei tasselli fondamentali per una ripresa delle attività sociali ed economiche. Gli intoppi, però, non mancano. La distribuzione, in Italia e non solo, è in ritardo. Il rallentamento si deve a una serie di fattori, dalle differenze regionali dei piani alla riduzione delle dosi che AstraZeneca dovrebbe fornire all'Ue nel secondo trimestre. Il commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni, ha parlato di una “sottovalutazione” da parte dell'Ue: “Dobbiamo esigere che le case farmaceutiche rispettino quanto avevano promesso”. Sullo sfondo, resta mobile il quadro sanitario. Preoccupano, in particolare, le varianti. L'Istituto superiore di sanità ha aggiornato una delle sue Faq, affermando che, seppure con una forte incertezza statistica, “la cosiddetta variante inglese del virus Sars-CoV-2 ha una trasmissibilità superiore del 37%”.
Da quando Joe Biden è alla Casa Bianca, c'è grande curiosità sulla linea adottata nei confronti della Cina. Da una parte, si prevedevano toni più morbidi rispetto a quelli del suo predecessore; dall'altra una persistente rigidità nella sostanza. Previsioni confermate, almeno a giudicare da quanto emerso a febbraio. Pechino ha invitato Biden ad andare oltre Trump e a “superare i pregiudizi”. Il presidente USA sembra disposto a farlo.
Ma se le parole sono più tenui, i documenti ufficiali non sembrano prospettare un ammorbidimento: Biden ha firmato un ordine esecutivo per riesaminare la filiera di microchip e semiconduttori. Sono componenti decisivi per settori (dalle auto agli smartphone) e compagnie americane. Vengono sviluppati negli Stati Uniti ma prodotti fisicamente altrove, soprattutto Taiwan e Cina. Se i rapporti con Taipei sono più distesi, quelli con Pechino rendono la questione della filiera tecnologica centrale a livello geo-politico. È un po' come se gli USA vendessero acqua che sgorga da rubinetti asiatici. Una delle sfide di Biden sarà avere un maggiore controllo di quei rubinetti, con la prospettiva, difficile ma non impossibile, di riportarli (almeno in parte) entro i propri confini.
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