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La crisi da COVID-19 continua a catalizzare l’attenzione di mercati e governi. Mentre continuano provvedimenti di esecutivi e Banche Centrali e peggiorano le stime sul PIL, arrivano anche i primi dati ufficiali sul rallentamento economico italiano.
Il 4 maggio è iniziata ufficialmente la cosiddetta “Fase 2”. Per la prima volta da marzo, c'è stato un allentamento delle misure restrittive, che hanno consentito maggiore libertà di circolazione e, a partire dal 18 maggio, la riapertura di buona parte delle attività commerciali. Sono stati consentiti i ricongiungimenti familiari, il ritorno nell'abitazione di residenza, la possibilità di incontrare i congiunti e gli amici (mantenendo il distanziamento sociale). Resta in vigore il divieto di superare i confini regionali, almeno fino al 3 giungo (e probabilmente oltre per le zone più a rischio).
Dal punto di vista economico, sono stati riaperti ristoranti, negozi al dettaglio e, dal 25 maggio, palestre e piscine (anche se con alcune differenze di calendario regionali). Le attività devono però rispettare una serie di vincoli per garantire la sicurezza dei clienti, dall'obbligo delle mascherine agli ingressi contingentati. Lo smart working resta la via prioritaria per gli uffici e le scuole sono rimaste chiuse. Nonostante la riapertura, quindi, l'economia procede a marce ridotte.
Il 19 maggio è stato pubblicato il cosiddetto “decreto Rilancio”. Inizialmente previsto per aprile, contiene nuovi interventi a sostegno di famigli e imprese, per un valore complessivo attorno ai 55 miliardi (senza contare le risorse che punta a muovere attraverso le garanzie pubbliche).
Rinnovati l'indennità per gli autonomi e il bonus babysitter, prolungati i termini della cassa integrazione e il divieto di licenziamenti, varato il reddito di emergenza. Arrivano anche le prime risorse a fondo perduto per le imprese, che fino ad ora erano state supportate con sospensioni fiscali e prestiti agevolati.
L'Italia è tra i Paesi che più hanno accusato la pandemia. E, vista la durata e la severità del lockdown, anche uno dei più provati dal punto di vista economico. I dati Istat diffusi l'11 maggio hanno certifica un crollo della produzione industriale del 28,4%, persino superiore alle pessime attese (-28%). E in questo caso non si tratta di stime ma di uno dei primi riscontri. Nel corso del mese sono arrivati altri dati. Fitch ha tagliano le stime sul PIL italiano 2020, da -8% a -9,5%. È anche il riflesso di un ritocco in negativo delle stime sul PIL globale, che perderà il 4,6% (contro il -3,9% delle precedenti indicazioni).
Mario Draghi non è più presidente della BCE, ma la sua linea resta. Nel bollettino diffuso il 14 maggio, la Banca Centrale ha confermato il suo orientamento: l'Eurotower resta “pienamente impegnato a fare il necessario per sostenere tutti i cittadini dell’area euro”. Non ci sono stati interventi sui tassi, già negativi, ma la BCE ha confermato l'intenzione – all'occorrenza – di ampliare il già imponente piano di acquisti. È una scelta comune a tutte le grandi Banche Centrali, che stanno tentando di sostenere gli Stati durante la pandemia con politiche espansive, senza per ora il timore di spinte inflazionistiche.
Il 27 maggio la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato l'atteso Recovery Fund, un progetto che mette in campo 750 miliardi di euro, divisi tra sussidi (500 miliardi) e prestiti (250 miliardi). Il principale beneficiario, secondo la spartizione prevista, è l'Italia, con 172 miliardi totali (82 dei quali a fondo perduto). Le risorse potranno essere destinate alla Sanità e al supporto del tessuto economico del Paese, ma la qualità della spesa sarà sotto l'occhio di Bruxelles, che potrà anche indicare alcune “raccomandazioni”. Il piano ha soddisfatto il governo italiano, ma deve ancora essere approvato. Si prevede un negoziato serrato, vista l'opposizione annunciata di alcuni Stati membri, tra i quali Olanda e Austria.
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