ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Ricevi gli ultimi aggiornamenti dal mondo Pictet!

Economia e finanza

Pictet Fiver: i cinque fatti economici di Novembre 2020

Novembre 2020

I cinque principali fatti di economia e finanza del mese raccontati in breve.

Mentre la prospettiva di uno o più vaccini efficaci e disponibili a livello globale tranquillizza famiglie e mercati, le elezioni presidenziali americane hanno tenuto il Mondo con il fiato sospeso per più di otto giorni dopo la chiusura delle urne. Novembre, insomma, è stato un mese di stress ma anche di speranze per i mercati, che non perdono di vista l’andamento della curva dei contagi.

1. Elezioni: vittoria Democratica negli Stati giusti

Joe Biden ha vinto le elezioni, ma ha raccolto meno voti di quanto ci si attendesse in un primo momento. La vittoria è stata possibile non tanto per il numero di Stati che hanno votato a favore del candidato democratico, ma grazie agli Stati che, dopo un testa a testa serrato, hanno dimostrato di aver cambiato le proprie preferenze. A far pendere l’ago della bilancia verso i democratici sono stati specialmente i risultati nella Regione dei Grandi Laghi, in Pennsylvania e, soprattutto, in Arizona e Georgia, Stati di tradizione fortemente repubblicana il cui voto si è dimostrato fondamentale per Biden.

 

2. Sconfessata la blue wave e i mercati festeggiano

Il Senato americano molto probabilmente resterà sotto l’egida del partito repubblicano: ciò significa che non si verificherà un “blue sweep”, o una “blue wave” democratica, come ipotizzato in un primo momento. Ai due partiti spetterà invece il compito di formare un “divided Government” per amministrare insieme il Paese. Per Biden, la conseguenza sarà che difficilmente riuscirà a mettere in campo le riforme più delicate e divisive, tra cui la politica fiscale di aumento delle tasse per imprese e redditi alti, la regolamentazione di alcuni settori come pharma, energia e banche e l’azione antitrust più aggressiva nei confronti delle Big Tech.

Le reazioni dei mercati alla prospettiva di un’amministrazione divisa sono state ottimiste. Da un lato infatti Biden è più prevedibile del suo predecessore e più cooperante a livello internazionale. Dall’altro lato, la permanenza di un Senato a maggioranza repubblicana darà una maggiore continuità alla politica del Paese, che probabilmente si orienterà su azioni di politica monetaria molto più che di politica fiscale. 

3. La prospettiva di un vaccino efficace e disponibile a breve

Mentre la curva dei contagi resta elevata negli USA e in Europa, lo sconforto dovuto alle nuove misure di lockdown sembra almeno in parte frenato dalle notizie positive che vengono dal settore della ricerca farmaceutica. In particolare, la notizia del vaccino di Pfizer, che avrebbe un’efficacia superiore al 95%, insieme agli altri annunci entusiastici effettuati da altre case farmaceutiche, hanno generato una ventata di ottimismo e speranze per il futuro. Insomma, famiglie, imprese e mercati iniziano a nutrire concrete speranze che questo possa essere l’ultimo lockdown.

 

4. Reazioni estreme dei mercati tra speranze e convinzioni

I mercati finanziari hanno reagito alle notizie sui vaccini con un entusiasmo per certi versi “estremo”. Si è diffusa la convinzione che con l’arrivo del vaccino il COVID-19 non sarà più un problema e che potremo reagire alla terza ondata senza nuovi lockdown, sconfessando quindi lo spettro di un andamento economico “a tripla V”. Anche se non sarà distribuito a tutti infatti il vaccino potrebbe permetterci di tutelare in tempi rapidi, almeno parzialmente, le fasce di popolazione più a rischio e reagire così a un’eventuale terza ondata senza gravi pregiudizi per l’economia.

 

5. Il dibattito sulla recessione

Le speranze per il futuro hanno dato l’avvio al dibattito tra gli specialisti sulla forma della recessione provocata dalla pandemia. Non ci sono ancora elementi sufficienti per fare previsioni accurate sul futuro, ma gli economisti hanno evidenziato che si è verificato un forte movimento a vantaggio dei titoli ciclici, anche grazie alla riduzione dei premi di rischio e in alcuni settori (come le banche) al rialzo dei tassi. I titoli protagonisti della corsa al rialzo di quest’anno, cioè soprattutto tecnologia e simili, hanno avuto la peggior performance relativa rispetto ai titoli value degli ultimi dieci anni, perché molte, troppe novità sono state lanciate in poco tempo.