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Sostenibilità ambientale

Clima Cop24: raggiunto un accordo che lascia forti dubbi

Dicembre 2018

Raggiunta l’intesa per l’attuazione dell’Accordo di Parigi ma è stata rinviata la contabilizzazione del mercato mondiale delle emissioni.

Dopo uno stallo durato diversi giorni, i 196 Paesi che hanno preso parte alla Conferenza Onu sul clima (Cop24) di Katowice, in Polonia, hanno raggiunto un’intesa per contrastare il cambiamento climatico e mettere in pratica quanto stabilito dall’Accordo di Parigi del 2015. Ma gli ambientalisti hanno forti dubbi sulla possibilità di centrare davvero l’obiettivo di tre anni fa, ovvero quello di limitare la crescita della temperatura media globale entro la fine del secolo a un massimo di 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali.

I lavori aperti il 3 dicembre si sono protratti 24 ore più del previsto, a causa della difficoltà a raggiungere un’intesa tra i diversi Paesi. A preoccupare gli ambientalisti è soprattutto il nodo degli Indc, ovvero le promesse di riduzione delle emissioni di CO2: nel testo di 100 pagine manca un messaggio chiaro per un aumento degli sforzi nazionali entro il 2020, quando i singoli Paesi dovranno comunicare i nuovi impegni. Rinviata all’anno prossimo la contabilizzazione del mercato mondiale delle emissioni, un deterrente economico per chi inquina e verrebbe quindi costretto a pagare per quanto emette. Il Brasile, in particolare, preme per cambiare il modo in cui si calcolano i “crediti di carbone” a proprio vantaggio. Altro punto criticato riguarda le tutele delle popolazioni più vulnerabili di fronte ai cambiamenti climatici, ritenute insufficienti.

Nel documento, si è cercato poi di rafforzare la cooperazione tra gli Stati più ricchi e quelli in via di sviluppo. La Banca Mondiale ha annunciato un finanziamento di 200 miliardi di dollari per cinque anni a sostegno dei governi che mettono in campo politiche concrete contro i cambiamenti climatici.

«L’approvazione del programma di lavoro sull’accordo di Parigi è la base per un processo di trasformazione che richiederà un’ambizione rafforzata dalla comunità internazionale», ha affermato il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Ma gli ambientalisti hanno rilasciato dichiarazioni più critiche. «Si è scavato un fossato tra la realtà dei cambiamenti climatici descritta dalla scienza, con le sue conseguenze drammatiche per le popolazioni di alcune regioni del mondo, e l’azione politica», ha affermato Clément Sénéchal di Greenpeace. Che ha aggiunto: «La Cop24 ha offerto il triste spettacolo di nazioni che difendono i loro interessi economici e industriali, mentre quelle più vulnerabili si giocano la sopravvivenza. La realtà è che quei popoli sono stati abbandonati».

A conclusione della conferenza sul clima è stato anche indetto un nuovo summit Onu per il 2019 in Cile, preceduto da un pre-Cop25 in Costa Rica, in cui i capi di Stato dovranno dimostrare di aver messo effettivamente in campo le politiche di riduzione di anidride carbonica. Staremo a vedere.