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Consumo sostenibile

Finanziare un futuro sostenibile

Novembre 2021

Ronald Cohen, co-fondatore di Apax Partners, è un pioniere della trasformazione del settore finanziario in una forza positiva. Queste sono le sue riflessioni sul mondo degli investimenti.

I governi non possono affrontare da soli il cambiamento climatico, la polarizzazione sociale e il peggioramento delle disuguaglianze. Il settore privato è una parte fondamentale della soluzione. Gli investitori sono già intervenuti: a partire dal 2018, sono stati investiti 31 mila miliardi di dollari in attività sostenibili. Sfortunatamente, la maggior parte è diretta solo alla mitigazione dei rischi ambientali, sociali e di governance: meno del 5% punta a realizzare un cambiamento positivo. Quelle che seguono sono le riflessioni, tratte da Pictet Meets, di Ronald Cohen su ciò che la finanza può fare per rendere il mondo migliore.

Cosa può fare la finanza per un futuro più sostenibile secondo Ronald Cohen

“Ero un bambino negli anni '60. Quando sono entrato nel venture capital avevo la sensazione di fare qualcosa di socialmente utile. Speravo di creare posti di lavoro in un momento in cui la Gran Bretagna aveva milioni di disoccupati, ma mi sono reso conto, con il passare degli anni, che sebbene avessi dato sostegno a persone che provenivano da ambienti modesti e arricchito le loro aziende e le loro comunità, il divario tra ricchi e poveri stava diventando sempre più grande. Non era quello che mi aspettavo. Nel 2000 ero ancora alla guida di Apax quando ricevetti una telefonata dal ministero del Tesoro britannico per affrontare il problema della povertà con uno sguardo più imprenditoriale. Dissi subito di sì. Mi incamminai così sulla strada verso gli investimenti e le economie capaci di avere un impatto positivo, che descrivo nel mio libro “Impact: Reshaping Capitalism to Drive Real Change”.

 

Tutti possiamo notare che il capitalismo, che ci ha aiutato a far uscire miliardi di persone dalla povertà e ad aumentare il livello generale di prosperità, oggi crea conseguenze così negative che nemmeno i governi possono fronteggiare. Possiamo osservare le conseguenze del cambiamento climatico, che sono enormi, e possiamo vedere le conseguenze sociali di lavoro sottopagato, mancanza di diversità, diseguaglianze di genere. C'è quindi qualcosa che deve cambiare nel nostro sistema, per portare aziende e investitori a produrre profitto, ma anche a generare un impatto positivo sulle persone e sul pianeta. La mia tesi è che il mondo si è effettivamente mosso nella direzione di coniugare impatto, rischio e rendimento, misurando l'impatto delle aziende in modo simile a quanto fa con la misurazione dei loro profitti.

 

Come investitore, credo che l'ottimizzazione di impatto-rischio-rendimento offra effettivamente ritorni finanziari migliori rispetto all'ottimizzazione del solo rischio-rendimento. Il motivo è duplice. Per quanto riguarda i rischi, si evitano quelli legati alla regolamentazione e alla tassazione, cui è esposto chi genera inquinamento o crea problemi sociali. Per quanto riguarda i rendimenti, quando si comincia a guardare alle opportunità di business o di investimento attraverso la lente dell'impatto, oltre che da quella del rischio, si scoprono nuove opportunità, molto maggiori. L'azienda di auto elettriche Tesla è un esempio di questo tipo di pensiero. Elon Musk è entrato nell'industria automobilistica con l'obiettivo non solo di creare automobili, ma di creare automobili che non inquinano come il motore a combustione. Nei mercati finanziari, c'è già una correlazione in cinque o sei tra livelli più elevati di inquinamento ambientale e valutazioni di borsa inferiori rispetto ai concorrenti.

 

Per dare impulso a questo sforzo che ci porti dagli “investimenti a impatto” verso le “economie a impatto”, vedo tre forze principali capaci di unirsi. La prima è un cambiamento di valori. La seconda è negli enormi passi avanti tecnologici, che ci hanno permesso di produrre un impatto globale in modi che l'umanità non avrebbe neanche potuto immaginare. La terza è la tecnologia che ci consente, attraverso l'uso dei Big Data grandi dati, di misurare l'impatto delle singole aziende. Si tratta di tre forze che creano enormi opportunità.

 

Coloro che vedono il cambiamento e vi partecipano, quindi, prospereranno. E quelli che non lo faranno resteranno indietro, esattamente come è successo con la tecnologia. Quelli che lo faranno andranno alle loro assemblee degli azionisti con piani di transizione, che potrebbero essere votati dagli azionisti; quelli che non lo faranno saranno attaccati da alcuni dei loro azionisti. Siamo a un bivio simile al 1929, dopo il martedì nero. Allo stesso modo, dopo il COVID-19, si adotteranno misure coraggiose. Spero che lo siano abbastanza: abbiamo bisogno di circa 30-40mila miliardi di dollari nei prossimi dieci anni per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

 

Sono un ottimista. Per quattro decenni, il movimento ambientalista ha cercato di trovare soluzioni a livello di governativo. E finalmente, stiamo arrivando alla conclusione. Le soluzioni devono essere a livello aziendale. L'inquinamento non è creato dai governi, è creato dalle aziende. Una volta che si porta al centro dell'attenzione, visibile a tutti, il loro impatto, inizia una corsa verso la vetta. Le aziende si sforzeranno di migliorare il loro impatto perché così aumenteranno il loro valore”.