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Food

Il gusto del futuro: creare cibo “dal nulla”

Dicembre 2021

Le nuove tecnologie che producono cibo nutriente e coltivato in laboratorio sono la chiave per nutrire 10 miliardi di persone in modo sostenibile.

Un ripensamento del sistema alimentare globale

Una colazione ricca di proteine a base di uova strapazzate e salsicce, uno snack pomeridiano con gelato e milk. Tutto fatto “dal nulla”. La startup finlandese Solar Foods sta trasformando la fantascienza in realtà: produce proteine ricche di nutrienti – carne, latte e uova tra le altre – interamente in laboratorio, utilizzando nient'altro che anidride carbonica come materia prima di base.

 

Solar Foods è solo una delle tante aziende “foodtech” (che fondono tecnologia e agroalimentare) che forniscono cibo alternativo coltivato in laboratorio, nel tentativo di slegare la produzione alimentare da un settore ad alta intensità energetica come l'agricoltura.

 

Si spera adesso che i prodotti alimentari alternativi e sostenibili diventino più economici e nutrizionalmente superiori alle controparti coltivate in modo tradizionale, aprendo così la strada a una trasformazione radicale del nostro sistema alimentare.

 

I progressi nella biologia sintetica, la cosiddetta fermentazione di precisione e la capacità di programmare i microrganismi per costruire molecole organiche complesse potrebbero consentirci di andare molto oltre le carni di origine vegetale, sostituendo fonti di proteine come la soia”, ha spiegato Vainikka Passi, ceo e co-fondatore di Solar Foods, durante il podcast New Foundations, prodotto dall'Economist Intelligence Unit e supportato da Pictet. “Stiamo nutrendo molti di più con molto meno”.

 

Un ripensamento radicale del sistema alimentare globale, come quello di Solar Foods, è fondamentale se si pensa che il pianeta dovrà sfamare 10 miliardi di persone entro il 2050 salvaguardando le risorse naturali e la biodiversità. Il cibo e l'agricoltura rappresentano già oltre un quarto delle emissioni globali di gas serra e concentrano oltre il 70% del consumo di acqua dolce.

Fermentazione: nutrire di più o di meno

A differenza dei produttori di carne alternativi esistenti come Impossible Foods o Beyond Meat, Solar Foods non utilizza piante per produrre le sue proteine: si procura, invece, in microbo presente in natura.

 

I microbi hanno una dieta ricca di bolle di CO2, idrogeno e ossigeno. Crescono e si moltiplicano in una soluzione acquosa. Tutti gli ingredienti vengono catturati direttamente dall'aria. Dopo che questo processo di fermentazione è completo, vengono essiccati. Il risultato è una polvere ricca di sostanze nutritive chiamata Solein, che contiene nove amminoacidi essenziali e ha una composizione di macronutrienti simile a quella della soia essiccata o delle alghe.

 

Questa nuova tecnica, chiamata fermentazione di precisione, combina un antico processo di fermentazione - utilizzato per produrre pane e birra - con la biologia sintetica, l'ingegneria e la tecnologia dell'informazione.

 

Grazie a questa convergenza di tecnologie, si può essenzialmente produrre qualsiasi proteina dicendo a un microbo come farlo”, ha spiegato nel podcast Catherine Tubb, ricercatrice presso il think tank indipendente RethinkX. “Si potrebbe dire che una mucca è un pezzo di tecnologia usato per produrre carne e latte, e che lo si sta aggirando per produrre proteine in modo molto più efficiente e veloce. Ogni nuova proteina accettata per il consumo alimentare è il segno che si possono effettivamente produrre proteine forse migliori di quelle che puoi ottenere dagli animali”.

 

In laboratorio, la Solein può essere trasformata in carne, latte, uova e altri alimenti, completamente privi di animali (e senza terra). La sua impronta ambientale è di gran lunga inferiore a quella delle piante o della carne bovina.

 

Ha anche un ulteriore vantaggio: aumenta la varietà delle nostre scelte alimentari utilizzando mille miliardi di specie inesplorate. Si tratta di un fattore fondamentale considerando l'insostenibilità delle nostre abitudini alimentari: gli esseri umani consumano solo 200 delle 10 mila piante commestibili scoperte e il 75% del nostro cibo proviene da appena 12 piante e cinque animali.

 

Oltre a produrre proteine prive di animali e piante, Solar Foods sta sviluppando metodi per ricavare vera carne o pesce a partire dalle cellule. “Alla fine – spiega Vainikka - il consumatore avrebbe nel piatto carne o pesce come prima. Ma sarebbe completamente diverso il modo in cui sono arrivate nel piatto”.

 

I prodotti a base di Solein dovrebbero arrivare negli scaffali dei negozi entro la fine del 2022, dopo aver ricevuto l'approvazione della European Food Authority. Solar Foods ha già raccolto 35 milioni di euro di finanziamenti, assicurandosi poco meno di un terzo dal fondo finlandese per il clima. Mira a rivoluzionare l'industria globale della carne e dei latticini, che ha un valore combinato stimato di 2 mila miliardi di dollari.

 

Solar Foods prevede di raggiungere il livello dei costi di produzione di circa 5-6 euro per chilogrammo. Un livello che permetterebbe di essere competitivi con il prezzo medio al dettaglio per la carne bovina (che costa 3-4 euro per kg di proteine), salmone (7-8 euro) e noci (11 euro).

 

Mozzarella: il nuovo campo di battaglia?

Gli ingredienti alimentari alternativi e i loro produttori potrebbero acquisire un'importanza strategica nei prossimi decenni poiché i Governi, di fronte alla crescita della popolazione, al riscaldamento globale e all'urbanizzazione, intensificheranno i loro sforzi per garantire l'approvvigionamento, stabilizzare i prezzi alimentari interni e perseguire l'autosufficienza.

 

Ad esempio, i Governi possono adottare misure protezionistiche per limitare le esportazioni o imporre dazi all'importazione di ingredienti chiave, come il formaggio, il cui consumo annuo negli Stati Uniti è aumentato del 20% nell'ultimo decennio, arrivando a 18 kg pro capite l'anno. “Questo è un modo per rivoluzionare un business attraverso i suoi ingredienti”, sottolinea Tubb.

 

Sta già crescendo la pressione sui Governi affinché rivedano la loro politica di sicurezza alimentare dopo che la pandemia ha innescato gravi carenze di manodopera negli impianti di trasformazione alimentare, interruzioni della catena di approvvigionamento e prezzi più elevati. “In Medio Oriente e in luoghi come Singapore, dove la sicurezza alimentare è molto problematica, il valore di queste tecnologie è enorme”, aggiunge Tubb. “Ci sono Paesi che trarrebbero vantaggi maggiori rispetto, ad esempio, a Europa o Stati Uniti”.