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Consumo sostenibile

Le proteine vegetali sono più sostenibili: ora abbiamo le prove

Luglio 2021

I prodotti vegetali e i loro derivati che permettono di estrarre proteine richiedono meno acqua, emettono meno gas serra nell'atmosfera e aiutano a mantenere la fertilità del suolo rispetto agli allevamenti animali.

Per fortuna, nostra, del pianeta e delle future generazioni, la consapevolezza della popolazione mondiale nei confronti della sostenibilità è un fenomeno in costante crescita ormai da decenni. Ora, quando parliamo di sostenibilità, ci riferiamo a comportamenti globali che implicano il rispetto sia delle risorse naturali sia di quelle umane. Non solo nella vita di tutti i giorni delle persone comuni, ma anche sui mercati finanziari e nel settore degli investimenti.

Perché le proteine vegetali

In questo contesto si inserisce l’interesse verso i prodotti vegetali. Perché? La risposta è semplicissima: le proteine vegetali sono più rispettose dell'ambiente, quindi si allineano con le convinzioni di chi non consuma carne o prodotti provenienti da esseri viventi, ma anche con chi ha a cuore il benessere della Terra e, senza smettere di mangiare carne, cerca soluzioni per aiutare l'ambiente.

 

Ma come fanno le proteine vegetali ad essere considerate più sostenibili? Semplicemente, tutti i prodotti vegetali e i loro derivati dai quali si estraggono le proteine richiedono meno acqua, emettono meno gas serra nell'atmosfera e aiutano a mantenere la fertilità del suolo. E stiamo parlando di legumi (fagioli, ceci, piselli, lenticchie, soia, ecc.), e loro derivati (tofu, tempeh o miso), di cereali (riso, frumento, segale, mais, quinoa, amaranto, avena ecc.) e loro derivati(pane, seitan, pasta, germe di grano, polenta e fiocchi di cereali, ecc.), di frutta secca (noci, nocciole, anacardi, mandorle, arachidi, e le rispettive versioni in creme e oli), di semi (come lino, chia, sesamo, ecc.), funghi e alghe.

La "carne coltivata" spagnola

Una nuova tendenza, supportata anche dalla scienza dell'alimentazione, ha portato alla produzione di alimenti alternativi sostenibili in risposta al forte aumento della popolazione che smette di consumare carne o ne riduce significativamente l'assunzione: dal latte di avena o di cocco alla carne vegetale e al formaggio vegano. In Spagna la dottoressa Mercedes Vila, co-fondatrice di BioTech Foods, produce “carne coltivata”.

 

Attraverso un campione di tessuto contenente cellule di diverso tipo - grasso, adiposo, nervoso, venoso, muscolare - vengono isolate le cellule muscolari, cioè quelle che producono proteine. In un ambiente adatto, vengono poi mantenute in vita, circondate da più proteine e sostanze nutritive e ad una temperatura che simula quella del corpo dell'animale. Inoltre, questi tessuti hanno accesso all'aria, così che possano mantenere il loro metabolismo: in questo modo le cellule crescono, proliferano e creano nuovi tessuti. Una tecnica che richiede meno risorse di acqua, suolo e spazio e che è più sicura del classico allevamento, perché la carne coltivata in laboratorio non contiene inquinanti del suolo e non è influenzato da agenti patogeni. Ed è anche una carne più salutare di quella di origine animale poiché è senza grassi, il che riduce le possibilità di soffrire di malattie cardiovascolari, colesterolo e le altre patologie connesse.