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Food

Un sistema alimentare adatto al XXI secolo

Aprile 2021

Le innovazioni tecnologiche e scientifiche mirano ad aumentare la produzione agricola, riducendo i costi ambientali.

Sono passati più di 200 anni da quando Thomas Malthus ha previsto che la crescita della popolazione avrebbe superato l'offerta di cibo. La sua teoria non si è ancora avverata. Tuttavia, mentre la popolazione globale aumenta e i consumi (spinti da una classe media che si amplia) lievitano, la nostra capacità di nutrire il mondo vacilla.

 

L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) stima che la produzione debba aumentare quasi del 50% entro il 2050 per sostenere il nostro appetito. Ma la maggior parte della terra disponibile per l'agricoltura è già coltivata. L'incremento dovrebbe quindi provenire prevalentemente da raccolti più abbondanti che, però, devono essere prodotti da meno mani, visto che le popolazioni rurali si stanno rapidamente urbanizzando, e senza gravare sull'ambiente. 

 

“Aumentare la produttività agricola in modo più efficiente è fondamentale per soddisfare le esigenze a lungo termine del nostro pianeta”, afferma Dan Burdett, a capo della divisione agricoltura digitale dell'azienda agroalimentare Syngenta. Attualmente, l'agricoltura è responsabile del 20% delle emissioni di gas serra e di quasi tre quarti del prelievo di acqua dolce da fonti come laghi o bacini sotterranei.

 

“La priorità deve essere l'applicazione di tecniche sostenibili e che ci permettano di produrre di più con meno”, conferma Lorenzo Giovanni Bellù, a capo del Global Perspectives Studies Team della FAO. “Dobbiamo adottare processi di produzione che contribuiscano a ridurre le emissioni di gas serra”.

 

Le innovazioni digitali e di bioingegneria offrono potenziali soluzioni. Da una parte, energie verdi e IoT fanno progressi, permettendo alle aziende agricole di essere più efficienti; dall'altra, è in corso una rivoluzione genetica capace di produrre varietà di semi più resistenti.

 

“Queste due innovazioni, se combinate, hanno il potenziale per trasformare l'agricoltura”, spiega Fernando Martins, partner della società di consulenza Bain & Company. “Le tecnologie digitali consentono agli agricoltori di avvicinarsi al limite della resa biologica e le soluzioni biotecnologiche potrebbero consentire di modificarne i confini”. Nel breve termine, gli agricoltori saranno in grado di raccogliere di più, utilizzando gli input in modo più efficiente. Nel lungo periodo, Burdett di Syngenta ritiene che l'intera catena del valore dell'agricoltura trarrà vantaggio da una maggiore trasparenza e tracciabilità.

La rivoluzione digitale

Il progresso digitale va ancora esplorato. La connettività mobile sta aiutando gli 1,5 miliardi di piccoli agricoltori che producono la maggior parte del cibo nell'Asia meridionale e nell'Africa subsahariana ad accedere a servizi finanziari, sovvenzioni e informazioni sui prezzi. Negli ultimi dieci anni, i telefoni cellulari hanno avuto un ruolo fondamentale nella trasformazione dell'agricoltura in queste regioni. Il World Economic Forum (WEF) stima che, se 275-350 milioni di coltivatori in più avessero accesso ai servizi mobili entro il 2030, si potrebbero produrre fino a 500 milioni di tonnellate aggiuntive di cibo.

 

L'agricoltura ha abbracciato le potenzialità delle soluzioni digitali con relativa lentezza. Ma adesso le cose stanno cambiando, come attesta il flusso di investimenti e brevetti registrati nel campo delle tecnologie agricole. Immagini satellitari e IoT sono disponibili da tempo. “La novità – afferma Martins – è che il loro costo sta diminuendo”.

 

Le aziende agricole di grandi e medie dimensioni si affidano sempre più spesso all'agricoltura di precisione, che utilizza sensori, telecamere, droni e altri strumenti per acquisire dati e monitorare in tempo reale suolo, umidità, temperatura e luce. I software analizzano le informazioni e le apparecchiature intelligenti, indicando la giusta quantità di fertilizzante o acqua da utilizzare. Grazie a questo controllo, più stringente e preciso, le aziende agricole diventano più simili a fabbriche, riducendo i costi e aumentando la produttività. “L'agricoltura di precisione – spiega Burdett – migliora l'efficienza e aumenta la probabilità di un ritorno sull'investimento”.

 

I risultati miglioreranno di pari passo con l'evoluzione tecnologica. I trattori a guida autonoma e la robotica avanzata che elimina le erbacce, applicano fertilizzanti o raccolgono frutta sono già strumenti presenti nella “cassetta degli attrezzi” dell'agricoltura di precisione. I sistemi necessari per far funzionare questo kit stanno avanzando così rapidamente che alcuni esperti pensano che le aziende agricole nelle regioni ricche potrebbero presto essere gestite dagli uffici. Ciò compenserebbe, almeno in parte, la riduzione della forza lavoro agricola causata dall'urbanizzazione. Entro il 2030, secondo le stime del WEF, l'agricoltura di precisione potrebbe aggiungere 300 milioni di tonnellate di colture attraverso l'aumento della resa e far risparmiare ai coltivatori fino a 100 miliardi di dollari di costi. Secondo Dean, “queste tecnologie emergenti hanno il potenziale di impattare sulla produttività e sulla sicurezza alimentare”.

 

Se ne avvantaggerebbero non solo i produttori, attirati da una riduzione dei costi, ma anche l'ambiente. Il WEF calcola che, entro il 2030, l'agricoltura di precisione potrebbe evitare fino a 20 megatonnellate di anidride carbonica equivalente e ridurre il consumo di acqua fino a 180 miliardi di metri cubi. “Se sai dove intervenire, risparmi molte risorse”, spiega Bellù.

 

Un altro vantaggio derivante dalla raccolta di dati è la creazione di modelli più sofisticati, in grado di dare una definizione più chiara del rischio e migliorando le offerte assicurative. Da qui un altro tassello del domino: diversi studi dimostrano che, oltre a mitigare il rischio, l'adozione di prodotti assicurativi promuove investimenti, efficienza, nutrizione e reddito. Il WEF stima che, entro il 2030, potrebbero essere coperti da assicurazioni 200-300 milioni agricoltori in più. Ciò contribuirebbe a generare fino a 150 milioni di tonnellate di cibo aggiuntivo e fino a 70 miliardi di dollari di reddito extra per i produttori.

La rivoluzione genetica

Produrre varietà di semi più solide è una prassi nata agli inizi degli anni '40. In quel periodo, la cosiddetta “Green Revolution” portò a un raddoppio nella produzione di cereali, legumi e colture per olio. Tuttavia, i raccolti di alcune colture importanti hanno smesso di aumentare dove si pratica agricoltura intensiva. Uno stallo che alcune scoperte ingegneristiche promettono di superare. “La produzione è passata da essere un'arte a una scienza altamente tecnologica", spiega Michiel van Lookeren Campagne, capo della ricerca sui semi di Syngenta. "Ogni nuova tecnica scoperta ci consente di mantenere i raccolti in continuo aumento".

 

In tutto il mondo, gli scienziati stanno sviluppando colture geneticamente modificate più produttive, resistenti a condizioni climatiche estreme, parassiti o malattie. Ne è un esempio l'obiettivo, coordinato dall'International Rice Research Institute, di creare il riso C4. Si tratta di una tipologia che, grazie a una fotosintesi più efficiente, potrebbe aumentare i raccolti del 50%.

 

La rivoluzione agricola, però, non è priva di ostacoli. Al momento, queste tecnologie sono concentrate nei mercati agricoli maturi del Nord e Sud America e dell'Europa. La loro adozione potrebbe rivelarsi complicata. “I sistemi tendono ad essere piuttosto complessi, scoraggiando alcuni agricoltori”, spiega Martinez. “Non si vede ancora lo sviluppo di un'applicazione che integra le diverse componenti tecnologiche in un'interfaccia facile da implementare”.

 

I Paesi più poveri, dove gli aumenti dei raccolti sono fondamentali, richiedono una migliore governance, strade e scuole. Prima che una rivoluzione tecnologica prenda piede, è necessario far evolvere la produzione di fertilizzanti, lo stoccaggio e i mercati all'ingrosso. I costi dell'agricoltura di precisione dovranno diminuire prima di poter essere adottate nelle regioni a basso reddito. È solo questione di tempo: stanno cominciando a spuntare soluzioni economiche e altre ne seguiranno man mano che i costi dell'hardware per la raccolta dei dati diminuiranno. In tutto il mondo, i coltivatori hanno più strumenti che mai per nutrire il crescente numero di bocche. “La tecnologia contribuirà a rendere l'agricoltura sostenibile”, sostiene Van Lookeren Campagne. “Ciò avrà un grande impatto sul benessere sia degli agricoltori che dell'intera popolazione”.