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Trasformazione Digitale

Il futuro dello Spatial Computing

Gennaio 2022

Questa nuova tecnologia, che sta alla base del “metaverso” teorizzato da molti visionari hi-tech, farà apparire sempre più labile il confine tra realtà fisica e virtuale.

Lo Spatial Computing è una tecnologia emergente che prevede la totale digitalizzazione delle attività di macchine, persone, oggetti e degli ambienti circostanti, così da migliorare tutte le azioni e le interazioni di un ecosistema così interconnesso. Già oggi ci offre soluzioni come assistenti domestici virtuali, app per gli spostamenti condivisi come Uber, realtà virtuale aumentata nei videogames che ci permette di vedere direttamente in salotto i goblin che stiamo combattendo, ma anche provare vestiti negli spogliatoi digitali. Ecco, queste sono le prime applicazioni di Spatial Computing, che in futuro ci consentirà di lavorare, fare acquisti e socializzare come avatar in un mondo digitale ricco e tridimensionale che si sovrappone al nostro.

Il metaverso, i metaversi

L'idea di un “metaverso”, costruito con lo Spatial Computing, non è più fantascienza: Facebook ha dedicato un'intera divisione al suo sviluppo e si è spinto fino al rebranding dell'azienda come Meta, giusto per precisare quanto crede in questo nuovo mondo virtuale. Microsoft prevede quello che il suo CEO, Satya Nadella, chiama "metaverso d'impresa", mentre Jensen Huang, amministratore delegato del produttore di chip Nvidia, vuole creare "un mondo virtuale che sia un nostro gemello digitale". La loro visione di un regno alternativo visibile, sempre “connesso” e sempre in interazione con quello reale, è ancora lontana dalla realtà. Eppure, alimentata da tecnologie come Realtà Aumentata (AR), Realtà Virtuale (VR) e Realtà Mista (MR), la rivoluzione dello Spatial Computing è già a buon punto.

La rivoluzione tecnologica alla base dello Spatial Computing

"L'elaborazione spaziale integra tecnologie come la realtà virtuale e la realtà aumentata con il mondo reale, così possiamo muoverci e interagire con il mondo virtuale e fisico allo stesso tempo", spiega Corinna Lathan, inventrice che ha creato la società di sviluppo, AnthroTronix. “Puoi pensare ad AR e VR come tecnologie. Lo Spatial Computing è un modo di essere nel mondo”.

I progressi nella banda larga mobile 5G e negli smartphone stanno cambiando le cose e i cellulari di oggi sono dotati di fotocamere e GPS, che consentono di fondere reale e digitale. La loro potenza di elaborazione e le loro capacità sono in costante aumento, infatti gli smartphone più recenti sono dotati di LiDAR (rilevamento e portata della luce), uno strumento di telerilevamento che viene considerato da molti come un grande punto di svolta per lo Spatial Computing.

Pezzi di metaverso

Spinti dalla pandemia, i big dell’abbigliamento hanno iniziato a sfruttare AR e VR per creare camerini virtuali e alcuni di loro hanno anche lanciato i loro negozi nel mondo 3D. Nel 2019 i Dallas Cowboys, la franchigia sportiva più preziosa del mondo, hanno collaborato con i Nexus Studios per proiettare avatar giganti dei loro giocatori nello stadio, così gli spettatori possono “evocarli”, tramite il proprio telefonino e analizzarne le statistiche. Ma ci sono applicazioni che vanno oltre la vendita al dettaglio e l'intrattenimento: lo Spatial Computing promette di rendere le fabbriche più sicure ed efficienti e di migliorare la produttività dei lavoratori, perché ci aiuterebbe a incontrarci con i colleghi che sono a miglia di distanza. Già oggi i ricercatori ospedalieri stanno sperimentando di tutto, dagli interventi chirurgici a distanza ai modi per proiettare raggi X o scansioni direttamente sui pazienti. E siamo solo all’inizio.