ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Ricevi gli ultimi aggiornamenti dal mondo Pictet!

Mercati

Il mercato italiano spinge la robotica

Agosto 2015

Nel 2014 l’industria dei robot italiani è cresciuta del 6%. A trainare è il consumo domestico che ha fatto registrare un incremento del 169%.

I robot italiani convincono il mercato interno. Secondo gli ultimi dati dell’UCIMU, l’associazione che riunisce i costruttori italiani di robot, nel 2014 l’industria italiana della robotica è cresciuta del 6%, attestandosi a un valore di 520 milioni di euro. L’export, per una volta, non è il traino principale del comparto, facendo registrare un calo di oltre il 7%: in “soccorso” dei produttori italiani arriva invece il consumo interno, con una netta inversione di tendenza rispetto agli anni passati.

Il mercato interno

Le consegne sul mercato nazionale sono cresciute del 15,3% per un valore di 340 milioni di euro. Al contrario, le esportazioni sono calate del 7,7% a 180 milioni. La quota di produzione destinata all’estero è calata e il rapporto tra export e produzione è passato dal 39,8% del 2013 al 34,6% del 2014. In salita le importazioni (+19%), che hanno raggiunto un valore di 262 milioni di euro. In compenso, il consumo italiano di robot ha registrato un aumento del 16,9%, attestandosi a 602 milioni.
 
Segno più anche nella produzione di robot, cresciuta del 27,1% nel 2014 rispetto all’anno precedente, attestandosi a 3.534 unità. In aumento sia le consegne interne, salite a 2.237 unità, sia gli acquisti dall’estero, cresciuti del 25,9% a 4.284 unità. Nel complesso, la domanda interna si è attestata a un totale di 6.521 nuove unità installate, registrando un incremento del 39,4 per cento.

La produzione italiana

L’area applicativa predominante si è confermata quella della manipolazione, seguita dalla saldatura. I robot per la manipolazione rappresentano più della metà della produzione nazionale, concentrati soprattutto nella manipolazione di materiali. Altro segmento significativo è quello dello stampaggio della plastica e del carico/scarico macchine. Nella saldatura, invece, si concentra oltre il 37% della produzione nazionale, soprattutto nel comparto della saldatura a punti, seguita dal comparto laser.

L’offerta italiana

La maggioranza delle imprese di robotica italiana (73%) è di grandi dimensioni, con fatturati oltre i 5 milioni. Lombardia e Piemonte sono le regioni leader, con la più alta concentrazione di aziende. Ma se guardiamo al fatturato, è il Piemonte che si colloca al primo posto, ospitando il numero più alto di imprese di grandi dimensioni. Nel 2014 il principale settore di sbocco per i robot italiani è stato quello della produzione di motoveicoli, seguito da macchinari, prodotti di plastica e prodotti metallici.
Nel 2014, i nuovi robot installati in Italia sono cresciuti del 39,4% rispetto all’anno precedente, per un totale di 6.521 unità. Degli oltre 100mila robot esistenti in Italia, il 64,5% è composto da macchine dell’area della manipolazione.

Il parco dei robot nei principali Paesi

Nel 2013 si è registrato un anno record per le vendite di robot, cresciute dell’11,8% a oltre 178mila unità. Una crescita trainata dall’industria dell’auto, della chimica e dei prodotti della plastica, ma anche dall’industria alimentare e da quella dei prodotti elettrici ed elettronici.
Circa 28.700 unità sono state vendute in Nord America: negli Usa, in particolare, le vendite sono cresciute del 5,6 per cento. Anche nell’Unione europea le vendite di robot hanno fatto segnare un più 5%, grazie in particolare all’industria automobilistica. Secondo l’Internatonal Federation of Robotics, il parco mondiale di robot operativi nel mondo a fine 2013 ammontava a 1.332.000 unità (+7,8%).
 
In termini di macchine installate, il primato spetta al Giappone, dove è operativo il 23% dello stock mondiale di robot a bracci metallici. Al secondo posto troviamo l’America del Nord (che comprende Usa, Canada e Messico), dove si trova il 16% del totale. Al terzo posto la Germania, con il 12,6% del totale. L’Italia, secondo i dati IFR, si colloca al sesto posto mondiale, dietro la Corea del Sud e la Cina.
Tra i campi di applicazione è la manipolazione la lavorazione cui è destinato il maggior numero di robot, con una quota del 44% mondiale, seguita dalla saldatura, area predominante soprattutto nei Paesi produttori di automobili. Caratteristiche che riflettono anche il profilo della robotica italiana, che - secondo le previsioni dell’UCIMU – nel 2015 proseguirà con il trend positivo grazie a una ulteriore crescita del 4,5% del consumo domestico