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Megatrend

L’Augmented Reality e le sue applicazioni a servizio della medicina

Gennaio 2020

L’AR ha uno spazio di applicazione sempre più ampio nel supporto alle cure e negli interventi medici. Per gli esperti sarà una delle tecnologie che potrebbero rivoluzionare l’approccio alla chirurgia.

Immaginate di avere una gamba rotta e che il medico, prima di operarvi, possa vedere con precisione la frattura semplicemente abbassando lo sguardo sull’arto. È quanto hanno realizzato la scorsa primavera i chirurghi dell’Imperial College di Londra, che hanno sperimentato l’utilizzo di un visore AR mentre effettuavano interventi di chirurgia ricostruttiva.

Come funziona l'Augmented Reality

In breve, l’AR è una proiezione virtuale di immagini, planimetrie, mappe o altre informazioni che vengono sovrapposte alla realtà. Per avere accesso ad applicazioni semplici di AR è sufficiente uno smartphone, ma le sperimentazioni più interessanti si ottengono con l’utilizzo di un visore AR. Il visore, infatti, proietta direttamente le informazioni virtuali sulla realtà che si trova dinanzi agli occhi dell’utente. La tecnologia AR è già diffusa per la formazione degli operatori sanitari, le terapie riabilitative e la terapia del dolore, nonché per migliorare le condizioni dei pazienti sottoposti a chemioterapia.

Le applicazioni dell'AR in campo chirurgico

Fino ad oggi, nessun metodo sperimentato (raggi X, risonanze magnetiche, ultrasuoni) aveva mai permesso al chirurgo di vedere il tumore, l’aneurisma o la frattura semplicemente guardando il paziente. Ci hanno pensato i medici dell’IC, che hanno testato la tecnologia AR per supportare le operazioni di chirurgia ricostruttiva su pazienti con gravi lesioni alle gambe. Sono stati scelti questi interventi perché spesso è necessario applicare nuovi tessuti integrandoli nel flusso sanguigno e bisogna quindi individuare con precisione i vasi e le arterie perforate da utilizzare per connettere gli innesti di tessuto. Per sfruttare la tecnologia AR, i chirurghi hanno trasferito le immagini dei vasi sanguigni (ottenute attraverso un’angiografia con tomografia computerizzata) nel sistema del visore AR, così da visualizzarle in 3D in sala operatoria. Secondo chi l’ha utilizzato, il visore si è dimostrato più funzionale di ogni altro metodo per individuare i vasi sanguigni che circondano la frattura.

Perchè non c'è un visore AR in ogni sala operatoria?

L’era dell’Augmented Medicine richiede preparazione da parte degli ospedali, che dovranno procurarsi la rete necessaria per creare i modelli e il software che occorre per visualizzare le immagini tridimensionali, e anche da parte dei singoli medici, che dovranno acquisire competenze specifiche per operare con visori AR. Inoltre, digitalizzare e integrare diverse tipologie di dati in modelli 3D comporta tempo, quindi l’AR non è di aiuto in situazioni di emergenza. A mano a mano che le ricerche proseguono, però, la tecnologia AR diviene più semplice e affidabile e i risultati già ottenuti promettono una rivoluzione. Maggiore precisione durante le operazioni, meno errori medici e migliore comprensione delle problematiche saranno solo il punto di partenza di un modo completamente nuovo di “vedere” la medicina.