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Salvati dall'innovazione: il post-pandemia visto da Joseph Stiglitz

Agosto 2021

La crisi da COVID-19 ha messo in luce l'importanza di scienza, ricerca e tecnologia. Ecco il punto di vista dell'economista premio Nobel.

La crisi di COVID-19 ha evidenziato l'importanza dell'innovazione e, cosa altrettanto importante, ci ha mostrato quanto sia forte. Lo ha sottolineato l'economista Joseph Stiglitz nel corso di un colloquio con Christophe Donay, Chief Strategist di Pictet Wealth Management. Ecco i concetti espressi dal premio Nobel.

L'importanza della scienza

L'innovazione è molto viva e l'attuale pandemia lo sottolinea in modo tangibile. Se il COVID-19 fosse arrivato venti o quarant'anni fa, non saremmo stati in grado di sviluppare così rapidamente né uno strumento per testare la positività né un vaccino. Il PIL globale sarebbe crollato in modo peggiore e più a lungo.

 

Siamo stati quindi protetti dall'innovazione e la pandemia ha evidenziato quanto sia importante la scienza. Senza di essa dove saremmo oggi? È la scienza che ci libererà ed è grazie alla scienza se abbiamo un tenore di vita così elevato rispetto a 200 anni fa. La pandemia sta anche influenzando la direzione intrapresa dall'innovazione. Dopotutto, i robot non devono distanziarsi socialmente e non sono esposti al virus.

Robotica, AI e disuguaglianze prima e dopo la pandemia

La pandemia ha dato un enorme impulso alla robotica e all'intelligenza artificiale, la cui spinta era già forte prima dell'emergenza sanitaria. Si tratta di tecnologie che hanno implicazioni sociali enormi, visto che sono particolarmente efficaci nel sostituire il lavoro di routine. Colpiscono quindi i lavoratori non qualificati e alimentano una delle altre crisi che stiamo affrontando: la disuguaglianza. La pandemia, infatti, stimolerà l'innovazione che supporta i lavoratori più qualificati e danneggia i meno qualificati. Lo stiamo già vedendo nella ripresa economica che si sta verificando negli Stati Uniti e in molte altre economie avanzate.

 

Individuare gli effetti dell'innovazione (anche sulle disparità sociali) non è sempre semplice. Perché, come disse l'economista Robert Solow a proposito del computer, si vedono ovunque tranne che nel Prodotto Interno Lordo. Serve tempo prima che l'impatto dell'innovazione si manifesti anche in termini di PIL. È successo per i computer e succederà per le tecnologie che stanno emergendo in questi anni.

Innovazione "positiva" e "negativa"

Ad esempio, i social media fanno sentire le persone più connesse, ma fanno anche sentire alcuni più ansiosi, riducono (potenzialmente) la capacità di attenzione e possono essere usati per incitare all'odio. L'innovazione è qualcosa di nuovo: può essere positiva, ma anche negativa. E quando è negativa, i quadri normativi e legali devono adattarsi per garantire che contribuisca al reale benessere della società.

Cina, innovazione, cooperazione

La maggior parte degli economisti vede il mondo come una somma positiva, piuttosto che un gioco a somma zero. Se un altro Paese cresce di più, può acquistare più dei nostri beni e possiamo espanderci e crescere insieme. Ma non mancano alcune preoccupazioni. Le differenze tra i sistemi economici implicano una maggiore difficoltà nel concordare regole comuni, capaci di funzionare in modo equo ovunque. L'esempio dell'intelligenza artificiale può spiegare bene questo punto. I dati sono fondamentali per l'AI e in Europa c'è un maggiore rispetto per la privacy rispetto alla Cina. Questo dà a Pechino un enorme vantaggio competitivo.

 

La pandemia e il cambiamento climatico ci ricordano che dobbiamo cooperare su una serie di questioni globali. Questa sarà la grande sfida del futuro: come concepiremo uno stato di diritto internazionale che ci permetta di sostenere i nostri valori e, allo stesso tempo, fornisca una base per la cooperazione?

La relazione tra innovazione e cambiamento climatico

Il cambiamento climatico è infatti un altro importante problema. Ma Stiglitz è fiducioso: l'innovazione fornirà i mezzi per combatterlo, consentendoci di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Il costo delle energie rinnovabili è crollato a un livello che nessuno prevedeva, ponendo le basi per superare l'economia basata sulle fonti fossili. Ed è tutto merito dell'innovazione. Per sua stessa natura, non possiamo anticipare quale direzione prenderà o come ci aiuterà. Ma grazie all'innovazione possiamo immaginare un futuro migliore.

 

Il cambiamento climatico è un tema che va affrontato con ogni strumento, compresi quelli monetari e fiscali. Le Banche Centrali, assieme agli organismi di regolamentazione, si stanno muovendo rapidamente per spingere la transizione verso nuove fonti energetiche.

Neutralità carbonica: oltre le fonti fossili

Abbiamo già scoperto più combustibili fossili di quanti potremmo utilizzarne se raggiungessimo la neutralità carbonica entro il 2050. Vuol dire che beni che oggi hanno un prezzo, fra trent'anni varranno zero. Ricordando la crisi dei mutui, sappiamo che i mercati possono correggere i prezzi in modo improvviso piuttosto che gradualmente nel tempo, portando a improvvisi crolli. Ciò potrebbe portare a una crisi sistemica di entità maggiore rispetto a quella del 2008. È quindi essenziale che le istituzioni esaminino i rischi di questo tipo, definendo regole che accompagnino la transizione.