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Dicembre 2019
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Termometro macroeconomico 09-15.12.2019

È disponibile un aggiornamento settimanale dei principali avvenimenti economici e degli indicatori del calendario economico di maggior interesse.

01

Di cosa si tratta

Negli ultimi mesi è diventato sempre più importante e necessario analizzare considerare l’andamento dei mercati finanziari a partire dagli sviluppi macroeconomici e geopolitici globali. 
Per questo portiamo alla vostra attenzione un nuovo aggiornamento realizzato su base settimanale dei principali avvenimenti a livello globale insieme agli indicatori del calendario economico di maggiore interesse, riassunti in pillole per consentire una semplice e immediata comprensione della “temperatura” macroeconomica globale.

Il termometro rappresenta anche un valido strumento per permettere all’investitore finale di aumentare la conoscenza dei concetti base della finanza attraverso il glossario e la guida alla finanza del nostro portale dedicato all’educazione finanziaria Pictet per Te.

Sperando sia di vostro interesse vi invitiamo a farci pervenire via mail spunti e riflessioni per migliorare Il termometro macroeconomico a partire dalle vostre routine professionali.

02

La settimana in pillole

02-08 dicembre 2019

Lunedì 2 dicembre:

  • Dato sul PMI manifatturiero in Cina.
    Dato solido e al di sopra delle aspettative (51,8 vs 51,5 atteso).
  • Dato sul PMI manifatturiero negli Stati Uniti.
    ISM ancora in territorio di contrazione (48,1 vs 49,2 atteso); Markit PMI, invece, stabilmente al di sopra del 50 (52,6 vs 52,2 atteso).
  • Dato sul PMI manifatturiero nell’eurozona.
    Dato ancora al di sotto della soglia del 50, ma in leggera risalita (46,9 vs 46,6 di ottobre).

Martedì 3 dicembre:

  • Riunione dei 29 Paesi membri della NATO per celebrarne il 70esimo anniversario.

Mercoledì 4 dicembre:

  • Dato sul PMI dei servizi negli Stati Uniti.
    Dato solido, soprattutto il dato Markit (51,6, in linea con le aspettative), meno quello ISM (53,9 vs 54,5 atteso).
  • Dato sul PMI dei servizi nell’eurozona.
    Dato solido e al di sopra delle aspettative (51,9 vs 51,5 atteso).

Giovedì 5 dicembre:

  • Riunione dei Paesi membri dell’OPEC+.
    Sono stati decisi nuovi tagli alla produzione di petrolio.
  • Dato sulla crescita del PIL nell’eurozona.
    Economia in crescita nel terzo trimestre di uno 0,2% (in linea con le aspettative).

Venerdì 6 dicembre:

  • Dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti (non-farm payrolls).
    Dati nel complesso molto solidi, che portano il tasso di disoccupazione al 3,5%.

Quella passata è stata una settimana segnata dalla pubblicazione dei PMI manifatturieri relativi alle principali economie mondiali. L’attività manifatturiera in Cina sembra non risentire per il momento delle tensioni sui dazi con gli Stati Uniti: in parte sostenuto dalla spesa in infrastrutture del governo, il PMI del settore manifatturiero ha infatti mostrato il segnale di espansione più forte degli ultimi 3 anni, superando anche le attese degli operatori (51.8, contro il 51.5 atteso). Negli Stati Uniti, al contrario, l’ISM è uscito debole (48.1), sorprendendo in negativo (le attese erano per un valore di 49.2) e rimanendo per il quarto mese consecutivo al di sotto della soglia del 50, ossia in territorio di contrazione. A controbilanciare parzialmente tale delusione, l’altro indicatore per il settore manifatturiero, il PMI di Markit ha continuato nel suo trend di espansione (52.6).

Per quanto riguarda l’eurozona, infine, il dato, per quanto sempre inferiore a 50 (46.9), ha segnato un inatteso rimbalzo rispetto ad ottobre (46.6), lasciando sperare per un’inversione di tendenza. Nelle economie sviluppate, sono stati pubblicati anche i PMI dei servizi, che si mantengono stabilmente in territorio di espansione sia negli Stati Uniti che nell’eurozona. Si tratta di un dato molto significativo, tenuto conto del peso dei servizi all’interno di queste economie.

Nel frattempo, secondo i dati Eurostat, nel terzo trimestre l’economia dell’eurozona (PIL) è cresciuta di uno 0.2% (in linea con le aspettative), trainata soprattutto dalla spesa dei consumatori. Come ogni primo venerdì del mese, la settimana si è chiusa con i dati relativi al mercato del lavoro statunitense (non-farm payrolls). Nel mese di novembre sono stati creati 266'000 nuovi posti di lavoro, il livello più alto da gennaio, con il tasso di disoccupazione che è sceso al 3.5% (minimo dal 1969) e i salari che sono cresciuti del 3.1%. Tutti numeri estremamente positivi, in grado di sorprendere positivamente il mercato, e che potrebbero spingere la Fed a mantenere i tassi invariati per il momento (mercoledì si riunirà il FOMC).

Sul fronte geopolitico, sono stati vissuti ulteriori alti e bassi nelle negoziazioni tra Stati Uniti e Cina: quando le parti sembravano avvicinarsi, una nuova dichiarazione del Presidente statunitense Donald Trump, che ha fatto intendere che l’accordo non fosse urgente, ha rigettato gli investitori nello sconforto. Contemporaneamente, la portavoce democratica della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi, ha annunciato che si procederà con il percorso che potrebbe portare all’impeachment del Presidente Trump per l’affaire ucraino.

Infine, per quanto riguarda il petrolio, i Paesi membri dell’OPEC+ hanno stabilito nuovi tagli alla produzione dell’oro nero, il cui prezzo è inevitabilmente rimbalzato.

03

Occhi puntati su...

02-08 dicembre 2019

Martedì 10 dicembre:

  • Dato sulla produzione industriale in Francia e in Italia.
  • Dato sulla ZEW Survey in Germania.

Mercoledì 11 dicembre:

  • Riunione della Fed.
  • Oil Market Report dell’OPEC.

Giovedì 12 dicembre:

  • Riunione della BCE.
  • Elezioni generali nel Regno Unito.
  • Dato sulla produzione industriale nell’eurozona.

Venerdì 13 dicembre:

  • Dato sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti.

Questa settimana sarà dominata soprattutto da eventi di natura politica.Giovedì si terranno le elezioni generali nel Regno Unito: l’esito sarà determinante in chiave Brexit (attualmente prevista per il 31 gennaio 2020).

Inoltre, si riuniranno sia la Fed (mercoledì) che la BCE (giovedì). Non sono attese modifiche alla politica monetaria da parte di nessuno dei due istituti, ma c’è curiosità per il primo meeting della BCE presieduto da Christine Lagarde.

Infine, sarà un’altra settimana molto importante sul fronte delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina: l’intenzione è quella di trovare un accordo, almeno parziale, prima che entrino in vigore le nuove tariffe sulle merci cinesi domenica 15.

A livello macroeconomico, usciranno i dati relativi alla produzione industriale dei Paesi dell’eurozona e alle vendite al dettaglio negli Stati Uniti.

04

Calendario economico

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Fonte: Pictet Asset Management