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Dicembre 2019
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Termometro macroeconomico 16-22.12.2019

È disponibile un aggiornamento settimanale dei principali avvenimenti economici e degli indicatori del calendario economico di maggior interesse.

01

Di cosa si tratta

Negli ultimi mesi è diventato sempre più importante e necessario analizzare considerare l’andamento dei mercati finanziari a partire dagli sviluppi macroeconomici e geopolitici globali. 
Per questo portiamo alla vostra attenzione un nuovo aggiornamento realizzato su base settimanale dei principali avvenimenti a livello globale insieme agli indicatori del calendario economico di maggiore interesse, riassunti in pillole per consentire una semplice e immediata comprensione della “temperatura” macroeconomica globale.

Il termometro rappresenta anche un valido strumento per permettere all’investitore finale di aumentare la conoscenza dei concetti base della finanza attraverso il glossario e la guida alla finanza del nostro portale dedicato all’educazione finanziaria Pictet per Te.

Sperando sia di vostro interesse vi invitiamo a farci pervenire via mail spunti e riflessioni per migliorare Il termometro macroeconomico a partire dalle vostre routine professionali.

02

La settimana in pillole

09-15 dicembre 2019

Martedì 10 dicembre:

  • Dato sulla produzione industriale in Italia.
    Dato debole e al di sotto delle aspettative (-0,3% vs -0,2% atteso).
  • Dato sulla ZEW Survey in Germania.
    Dato molto solido e ben al di sopra delle aspettative (10,7 vs 0,0 atteso).

Mercoledì 11 dicembre:

  • Riunione della Fed.
    Non sono state varate nuove misure di politica monetaria.
  • Oil Market Report dell’OPEC.
    È stato previsto un deficit d’offerta di petrolio per il 2020.

Giovedì 12 dicembre:

  • Riunione della BCE.
    Non sono state varate nuove misure di politica monetaria.
  • Elezioni generali nel Regno Unito.
    Vittoria schiacciante dei Conservatori, che avvicina notevolmente la conclusione di Brexit.
  • Dato sulla produzione industriale nell’eurozona.
    Dato debole (-0,5%), gravato soprattutto dal settore manifatturiero tedesco e da quello italiano.

Venerdì 13 dicembre:

  • Dato sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti.
    Dato positivo ma al di sotto delle aspettative (+0,2% vs +0,5% atteso).

La settimana scorsa si è conclusa con un accordo last-minute tra Stati Uniti e Cina che ha evitato l’entrata in vigore dei nuovi dazi del 15% su $ 156 miliardi di merci cinesi previsti per il 15 dicembre. L’accordo di “fase uno” prevede anche una riduzione dei dazi precedentemente imposti sulle merci cinesi, in cambio di maggiori importazioni cinesi di prodotti agricoli statunitensi, di una maggiore apertura del settore dei servizi finanziari cinese e di una più ampia tutela dei diritti intellettuali in Cina.

Contemporaneamente, nel Regno Unito la vittoria schiacciante dei Conservatori ha consegnato al Premier Boris Johnson una maggioranza abbastanza forte da poter assicurare il completamento della procedura di uscita dall’Unione Europea (Brexit) entro la data fissata del 31 gennaio.

Per quanto riguarda la politica monetaria, la Fed ha mantenuto i tassi invariati, indicando il livello attuale come adatto per il contesto economico di crescita positiva, seppur in rallentamento, e di quasi piena occupazione. Come forward guidance per il 2020, il Presidente Jerome Powell ha segnalato che l’istituto resterà cauto nel corso del prossimo anno, che vedrà anche le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Anche la BCE non ha apportato modifiche al pacchetto di stimoli monetari implementati lo scorso settembre (tassi sui depositi a -0.5% e QE da 20 miliardi al mese).
In quella che è stata la prima riunione da lei presieduta, Christine Lagarde ha invocato ancora una volta un intervento della politica fiscale nei Paesi membri a complemento di quella monetaria, sottolineando che sono ben chiari gli effetti collaterali dei tassi negativi per lungo tempo.

Nell’eurozona, intanto, la produzione industriale si è contratta dello 0.5%, a causa soprattutto delle difficoltà dei settori manifatturieri tedesco e italiano, i due più importanti della regione.
Tuttavia, l’indicatore ZEW sul sentiment economico in Germania ha mostrato un rimbalzo molto deciso, trainato da aspettative più positive per le esportazioni del Paese. Meno incoraggiante è stato, invece, il dato relativo alle vendite al dettaglio negli Stati Uniti, che hanno mostrato una crescita solamente dello 0.2%, ben inferiore rispetto alle attese degli operatori (0.5%).

Infine, nel suo report mensile, l’OPEC ha previsto un contenuto deficit d’offerta di petrolio per il 2020, legato soprattutto al taglio della produzione apportato dall’Arabia Saudita e poi dai Paesi membri dell’OPEC+.

03

Occhi puntati su...

16-22 dicembre 2019

Lunedì 16 dicembre:

  • Dato sulla produzione industriale e sulle vendite al dettaglio in Cina.
  • PMI negli Stati Uniti.
  • PMI nell’eurozona.

Martedì 17 dicembre:

  • Dato sulla produzione industriale negli Stati Uniti.

Mercoledì 18 dicembre:

  • IFO Business Climate in Germania.

Venerdì 20 dicembre:

  • Dato sulla crescita del PIL negli Stati Uniti.
  • Dati sui consumi negli Stati Uniti.
  • Dato sulla fiducia dei consumatori nell’eurozona.

Ora che le nubi politiche legate alle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e alla Brexit sembrano diradarsi, gli operatori possono tornare a concentrarsi sui dati macroeconomici.

La settimana, in particolare, vedrà la pubblicazione dei dati sulla produzione industriale in Cina e negli Stati Uniti, insieme alla lettura finale della crescita del PIL statunitense nel terzo trimestre (crescita proiettata al 2.1% al momento).
Sarà anche una settimana di PMI, sia negli Stati Uniti che nell’eurozona, dove l’IFO Business Climate darà nuove indicazioni sullo stato di salute dell’economia tedesca.

Infine, attesi per il fine settimana i dati sui consumi negli Stati Uniti e sulla fiducia dei consumatori nell’eurozona.

04

Calendario economico

Fonte: Pictet Asset Management