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Aprile 2020
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Termometro macroeconomico 06-12.04.2020

È disponibile un aggiornamento settimanale dei principali avvenimenti economici e degli indicatori del calendario economico di maggior interesse.

01

Di cosa si tratta

Negli ultimi mesi è diventato sempre più importante e necessario analizzare considerare l’andamento dei mercati finanziari a partire dagli sviluppi macroeconomici e geopolitici globali. 
Per questo portiamo alla vostra attenzione un nuovo aggiornamento realizzato su base settimanale dei principali avvenimenti a livello globale insieme agli indicatori del calendario economico di maggiore interesse, riassunti in pillole per consentire una semplice e immediata comprensione della “temperatura” macroeconomica globale.

Il termometro rappresenta anche un valido strumento per permettere all’investitore finale di aumentare la conoscenza dei concetti base della finanza attraverso il glossario e la guida alla finanza del nostro portale dedicato all’educazione finanziaria Pictet per Te.

Sperando sia di vostro interesse vi invitiamo a farci pervenire via mail spunti e riflessioni per migliorare Il termometro macroeconomico a partire dalle vostre routine professionali.

02

La settimana in pillole

30 marzo 05 aprile 2020

Lunedì 30 marzo:

  • Dato sul sentiment economico nell’eurozona.
  • Dato molto debole, anche se al di sopra delle aspettative (94,5 vs 91,5 atteso, in calo dal 103,4 di febbraio).

Martedì 31 marzo:

  • Dati sulla fiducia dei consumatori (Conference Board Consumer Confidence) negli Stati Uniti.
    Dato molto debole, anche se al di sopra delle aspettative (120,0 vs 110,0 atteso, in calo dal 132,6 di febbraio).
  • Dati sui PMI in Cina.
    Dati molto solidi, superiori alle aspettative e tornati prossimi ai livelli di gennaio dopo il crollo di febbraio (52,0 vs 44,8 atteso per il settore manifatturiero e 52,3 vs 42,0 atteso per quello dei servizi).

Mercoledì 1 aprile:

  • Dati su PMI (Markit) e ISM del settore manifatturiero negli Stati Uniti.
    Dati in calo, ma comunque superiori alle attese (49,1 vs 44,5 atteso per l’ISM e 48,5 vs 48,0 atteso per il PMI Markit).
  • Dati su PMI (Markit) nell’eurozona.
    Dati molto deboli (44,5 vs 44,6 atteso per il settore manifatturiero e 26,4 vs 28,2 atteso per quello dei servizi).
  • Fine dell’accordo tra i Paesi membri dell’OPEC+.

Venerdì 3 aprile:

  • Report sul mercato del lavoro negli Stati Uniti (non-farm payrolls).
    Dato molto debole e inferiore alle aspettative (701’000 posti di lavoro persi nel mese di marzo vs -100’000 attesi). Il tasso di disoccupazione è salito al 4,4%.
  • Dati su PMI (Markit) e ISM del settore dei servizi negli Stati Uniti.
    Dati in brusco calo, per quanto superiori alle attese (52,5 vs 43,0 atteso per l’ISM e 39,8 vs 38,5 atteso per il PMI Markit).
  • Dati su PMI (Caixin) in Cina.
    Dati molto solidi, superiori alle aspettative e tornati prossimi ai livelli di gennaio dopo il crollo di febbraio (50,1 vs 45,0 atteso per il settore manifatturiero e 43,0 vs 39,0 atteso per quello dei servizi).
Nell’eurozona, il sentiment economico è crollato al livello più basso dall’estate del 2013, scendendo dal 103.4 registrato a febbraio al 94.5 di marzo.Sicuramente ad impattare in modo significativo è stato il fatto che nella regione si trovano due dei Paesi colpiti più duramente dalla pandemia, Italia e Spagna.

Una dinamica simile è stata osservata sulla fiducia dei consumatori negli Stati Uniti (Conference Board Consumer Confidence), scesa a 120 dal 132,6 di febbraio.
A tal proposito, ulteriori indicazioni arriveranno in settimana (giovedì 9 aprile) dall’altro indicatore, l’University of Michigan Sentiment, proiettato dagli operatori a 75.0, che rappresenterebbe il livello più basso degli ultimi 7 anni.

In Cina, dove l’attività economica sembra lentamente riprendere i suoi ritmi normali, i PMI, sia quelli calcolati dalla China Federation of Logistics and Purchasing sia quelli Caixin (calcolati da Markit), hanno mostrato una dinamica a V, superando abbondantemente le aspettative per tornare su livelli prossimi a quelli osservati a gennaio dopo il crollo subito a febbraio.

In direzione opposta va il trend dei PMI negli Stati Uniti e soprattutto nell’eurozona, colpite più tardi dalla pandemia.
Nel Paese nord-americano, in realtà, la contrazione del settore manifatturiero a prima vista sembrerebbe relativamente contenuta: l’ISM è rimasto prossimo alla soglia del 50, scivolando dal 50.1 di febbraio al livello di 49.1, ben al di sopra del 44.5 atteso.
La spiegazione di tale contrazione così lieve è, tuttavia, di natura tecnica: all’interno dell’indicatore è, infatti, salito il valore di una componente legata alle ordinazioni di servizi e materiali pendenti, che tendono a crescere quando la domanda è forte e non si fa in tempo a effettuare tutte le consegne nei tempi previsti. In questo caso, tuttavia, il valore di tale componente è salito a causa del blocco di molte attività produttive e ha, quindi, causato una distorsione nel valore finale dell’ISM.
Sono, invece, crollati gli indicatori relativi al settore dei servizi (il PMI di Markit è sceso da 49.9 a 39.8, per quanto leggermente superiore alle attese di 38.5).
Nel vecchio continente, l’attività economica sta subendo una brusca frenata, rispecchiata dai PMI, scesi a 44.5 (da 49.2) e 26.4 (da 52.6) rispettivamente per il settore manifatturiero e per quello dei servizi.

Come sempre, la prima settimana del mese si è conclusa con i dati relativi al mercato del lavoro statunitense (non-farm payrolls).
Dopo circa 10 milioni di richieste di sussidi di disoccupazione registrate nelle ultime due settimane, nel mese di marzo sono stati persi 701'000 posti di lavoro, ben di più rispetto ai 100'000 previsti dagli operatori.
Si tratta del primo mese con un dato negativo nei non-farm payrolls dal 2010.
Come conseguenza di ciò, il tasso di disoccupazione è salito al 4.4%, il livello più alto dal 2017, ma sembra destinato a crescere ulteriormente.

I Paesi membri dell’OPEC+, intanto, cercano un nuovo accordo per superare le diatribe tra Arabia Saudita e Russia e concordare dei tagli alla produzione in grado di frenare il crollo del prezzo del petrolio (l’appuntamento è fissato per il 9 aprile).

06-12 aprile 2020

Martedì 7 aprile:

  • Incontro tra i Ministri delle Finanze europei.
  • Dati sulla produzione industriale in Germania.

Mercoledì 8 aprile:

  • Minute della Fed relative al meeting del 15 marzo.

Giovedì 9 aprile:

  • Dato sulla fiducia dei consumatori negli Stati Uniti (University of Michigan Sentiment).
  • Dato sulla produzione industriale in Italia.
Potrebbe risultare cruciale per il futuro dell’Europa il meeting di martedì tra i Ministri delle Finanze dei Paesi membri dell’UE: si cerca una risposta fiscale unitaria per far fronte alla situazione di emergenza scaturita dalla pandemia di Coronavirus (per approfondire, clicca qui). In settimana, verranno pubblicati anche i dati sulla variazione nel mese di febbraio della produzione industriale di Italia e Germania, le due principali economie manifatturiere della regione. Chiaramente, ci si attende un brusco calo, soprattutto nel nostro Paese, dove a febbraio sono state introdotte le prime misure di distanziamento sociale volte a contenere la diffusione del virus.

Mercoledì, la Fed pubblicherà le minute relative al meeting (anticipato) del 15 marzo, quando i tassi sono stati portati all’interno dell’intervallo tra lo 0% e lo 0.25%.
Come sempre, la retorica utilizzata nella comunicazione ufficiale della banca centrale sarà importante per capire le possibili mosse future di politica monetaria.
Come anticipato, in settimana uscirà il dato preliminare per il mese di aprile relativo alla fiducia dei consumatori negli Stati Uniti.
Le proiezioni mediane degli operatori sono per un crollo fino ad un livello di 75 dall’89.1 di marzo (già in calo rispetto al 101.0 registrato a febbraio).

03

Calendario economico

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Fonte: Pictet Asset Management
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Fonte: Pictet Asset Managemet