L'investimento responsabile inizia a farsi notare nei mercati obbligazionari. Era ora.
Molti anni fa gli investitori azionari sono stati i primi a considerare i criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) utilizzando strategie dedicate e il coinvolgimento degli investitori. E dopo qualche falsa partenza, finalmente anche il reddito fisso sta rapidamente recuperando terreno. Il valore delle obbligazioni in circolazione classificate come ESG ha raggiunto attualmente i 1.000 miliardi di dollari USA. Una cifra destinata sicuramente ad aumentare. Uno dei motivi è l'arrivo di un nuovo strumento innovativo, le obbligazioni legate alla sostenibilità. Questi titoli, che offrono un nuovo modo di interagire con le aziende sulle questioni che gli investitori ritengono più importanti, hanno il potenziale di diventare la forma standard di investimento ESG nel reddito fisso. Nel tempo potrebbero addirittura sostituire gli strumenti tradizionali come forma standard di credito.
Le obbligazioni legate alla sostenibilità non devono essere confuse con i green bond, che sono emessi con l'impegno di utilizzare i proventi per specifici progetti a sostegno dell'ambiente. Le aziende che emettono obbligazioni legate alla sostenibilità, invece, si impegnano a raggiungere specifici obiettivi aziendali in un periodo di tempo prestabilito. Ciò offre agli investitori l'opportunità di selezionare gli emittenti le cui priorità generali a livello di sostenibilità sono in linea con le proprie. Offre inoltre agli emittenti una grande flessibilità nel trovare un obiettivo adatto alle loro esigenze, a prescindere dalle dimensioni, dal rating creditizio, dal settore o dalla regione.
La definizione precisa degli obiettivi è una caratteristica importante di questi strumenti. Molti investitori, infatti, sono scettici nei confronti dei green bond perché è difficile valutare se il denaro raccolto venga effettivamente destinato a progetti ambientali. Le obbligazioni legate alla sostenibilità risolvono questo problema integrando un forte incentivo per le società emittenti ad adottare pratiche più sostenibili. Tale incentivo si presenta sotto forma di “sanzione”, sotto forma di cedole più alte o pagamenti aggiuntivi agli investitori alla scadenza, che si attivano ogni volta che non vengono raggiunti gli obiettivi prefissati.
Visto che avere un progetto ambientale grande e costoso non rappresenta un prerequisito, c'è spazio anche per le società più piccole, incluse quelle del settore high yield, con un conseguente ampliamento delle opzioni di investimento. Considerato il gran numero di "fallen angel" registrato quest'anno (ovvero, società che di recente hanno perso il rating investment grade), possiamo prevedere che le obbligazioni legate alla sostenibilità si concentreranno all'interno del segmento di rating BB che attualmente rappresenta quasi il 75% del mercato high yield europeo.
Prevediamo inoltre che le istituzioni finanziarie adotteranno tali strumenti, integrando gli obiettivi ESG nella composizione dei loro portafogli di prestiti.
È sensato credere che l'ampia gamma di potenziali obiettivi legati alla sostenibilità possa contribuire a diffondere questo strumento in tutti i settori – a differenza dei green bond, che finora sono stati in gran parte emessi dalle utility. Il commercio al dettaglio rientra tra i settori che potrebbero dimostrarsi una ricca fonte di obbligazioni legate alla sostenibilità nei prossimi anni.
Ma, soprattutto, non si tratta solo dell'ambiente. Mentre le prime obbligazioni legate alla sostenibilità erano vincolate a obiettivi ambientali come la riduzione delle emissioni di gas serra, la casa farmaceutica Novartis ha deciso di concentrarsi sull'accesso ai farmaci da parte delle fasce di popolazione a reddito medio e basso. Ciò riflette le specificità del settore e della strategia dell'azienda e dimostra che tali obbligazioni possono includere obiettivi personalizzati scelti all'interno dell'intero spettro dei criteri ESG. Nel corso del tempo ci aspettiamo di vedere più obiettivi sociali e orientati alla governance accanto a quelli ambientali, cosa che potrebbe ulteriormente differenziare le obbligazioni legate alla sostenibilità dai green bond.
L'investimento in questi nuovi titoli presenta tuttavia un compromesso: richiede maggiore attenzione e una due diligence più approfondita.
Gli obiettivi sono ragionevoli, raggiungibili e misurabili? Sono davvero in linea con i principi ESG? I rendimenti offerti riflettono accuratamente i rischi dell'emittente? Le sanzioni sono sufficientemente elevate da incentivare il cambiamento, pur rimanendo eque?
Al momento, un aumento di 25 pb della cedola sembra essere la sanzione più diffusa, ma è poco rispetto alla cedola iniziale di un'obbligazione. Idealmente, la sanzione dovrebbe essere simile agli aumenti di cedola che si verificano quando il rating degli emittenti viene declassato – prossimi ai 125 pb. In altre parole, un obiettivo legato alla sostenibilità dovrebbe essere importante quanto un obiettivo legato al rating creditizio. Chanel ha compiuto un primo passo verso l'interruzione del trend dei 25 pb.
La domanda di obbligazioni legate alla sostenibilità è stata forte. La maggior parte delle nuove emissioni nel 2020 è giunta sul mercato a livelli più costosi rispetto alle obbligazioni simili scambiate nel mercato secondario, a dimostrazione di un forte interesse tra gli investitori per questo tipo di debito. Molte di queste obbligazioni sono ora scambiate con un "premio negativo” rispetto alle obbligazioni standard.
Sebbene gli investitori debbano fare attenzione a non pagare troppo, il prezzo finora è indicativo del ruolo che in futuro potrebbero svolgere le obbligazioni legate alla sostenibilità. Prevediamo che la loro popolarità crescerà ulteriormente grazie alla recente decisione della Banca Centrale Europea di includere questi titoli nei propri programmi di acquisto e come garanzia a partire da gennaio 2021. Si tratta di un cambiamento significativo, in particolare poiché la BCE ha precedentemente escluso le strutture di cedole crescenti (quelle attivate, ad esempio, dal peggioramento dei rating). La progressiva ammissibilità di questi strumenti, dovrebbe stimolare ulteriori emissioni nei prossimi mesi.
Ci sono altri fattori che probabilmente offriranno supporto.
Allineando gli obiettivi specifici di ogni azienda a quelli della tassonomia verde dell'UE e/o degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, la crescita del mercato potrebbe essere ancora più rapida.
A nostro avviso, le obbligazioni che incorporano gli obiettivi OSS 3, 7 e 13 - che riguardano energia pulita, azione per il clima e salute e benessere – potrebbero moltiplicarsi.
Esiste anche la possibilità che le obbligazioni includano altri obiettivi OSS, tra cui acqua pulita e servizi igienico-sanitari, riduzione della disuguaglianza, consumo e produzione responsabili.
In tutte le classi di attivi, gli investimenti ESG si stanno rapidamente trasformando da strumenti di nicchia a soluzioni "mainstream". Riteniamo che le obbligazioni legate alla sostenibilità svolgeranno un ruolo fondamentale in questa rivoluzione. Man mano che il mercato crescerà, conquisteranno una quota maggiore non solo all'interno di portafogli di credito sostenibile dedicati, ma anche nell'ambito di portafogli obbligazionari ordinari. Per gli investitori, questa innovazione offre l'opportunità di allineare le proprie priorità ESG a quelle delle società in cui investono, di sostenere progressi misurabili e concreti verso la sostenibilità, nonché di approfittare di un insieme crescente di opportunità con il potenziale per generare rendimenti interessanti.
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