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Le vendite massicce del mercato azionario

Ottobre 2018
Materiale di marketing

La luce oltre l’oscurità

Le azioni stanno soffrendo per via della svolta inaspettatamente aggressiva della Fed e a causa del peso delle guerre commerciali sugli investitori. Ma i timori di un mercato al ribasso sono esagerati.

I mercati azionari a livello mondiale stanno arretrando. Il 10 ottobre l’indice tecnologico statunitense Nasdaq, ha registrato la peggior correzione giornaliera da sette anni a questa parte, perdendo più del 4%, mentre l’S&P 500 ha sofferto una serie di cinque giorni negativi consecutivi.

Gli investitori che si interrogano su cosa si nasconda dietro la turbolenza sui mercati hanno l’imbarazzo della scelta.

Un colpevole è la Federal Reserve statunitense. All’inizio del mese, il presidente della Fed Jay Powell ha colto i mercati di sorpresa con l’avvertimento che i tassi d’interesse statunitensi sono ancora “molto lontani” dal livello che la banca centrale considera “neutro”. Le obbligazioni sono puntualmente crollate – il rendimento dei Treasury USA a 10 anni è salito di quasi 20 punti base dalla svolta aggressiva del presidente della Fed. 

Contemporaneamente, alcuni segnali indicano che la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti sta iniziando a pesare sull'economia mondiale. Non solo gli indici globali manifatturieri recentemente sono scesi al livello minimo da due anni a questa parte, ma c’è anche stata un’impennata nel numero di aziende che hanno ridotto le previsioni di utili. Il rapporto tra previsioni di crescita e previsioni di contrazione degli utili è adesso a meno 17%, il livello più basso da metà del 2016.

Aggiungiamo al mix una risalita dei prezzi del petrolio che alimenta l’inflazione e potremmo perdonare agli investitori il fatto di pensare che i mercati potrebbero essere sul punto di entrare in una fase ribassista.

A noi pare una circostanza poco probabile.

I nostri modelli descrivono un quadro più incoraggiante, almeno nel medio termine. Rispetto a gennaio 2018, quando i mercati minacciavano di entrare in una fase di crollo protratto, gli indicatori fondamentali e tecnici che monitoriamo sono adesso più positivi.

La crescita è forse in rallentamento, ma le condizioni economiche rimangono solide. Inoltre, le valutazioni del mercato azionario sono molto più contenute adesso di quanto non fossero a gennaio: il forward price-earnings per le società che figurano nell’MSCI All Country World Equity è ora 14, rispetto a quasi 17 a gennaio. Un altro fattore positivo è il posizionamento degli investitori. La nostra analisi indica che gli investitori non sono stati eccessivamente ottimistici sulle azioni nella fase precedente alla correzione - l’opposto di quanto si è verificato a gennaio; ciò suggerisce che la probabilità di una correzione più profonda sarà limitata. Infine, secondo la nostra analisi tecnica l’S&P 500 si muove entro il 2-3% del livello che precedentemente era considerato la soglia minima.