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Analisi dei Mercati Finanziari

Investire oggi: l'analisi dei mercati finanziari di Febbraio 2022

Investire oggi: l'analisi dei mercati finanziari di Febbraio 2023 | Fabrizio Santin

Febbraio 2023

Il mese di febbraio si apre con una situazione positiva per i finanziari, anche grazie al calo dei prezzi dell’energia e alla riapertura della Cina.

Il mese di febbraio si apre con una situazione positiva per i finanziari, anche grazie al calo dei prezzi dell’energia e alla riapertura della Cina. 

Evoluzione positiva sui mercati finanziari di gennaio, con forti guadagni azionari e assestamento dei rendimenti obbligazionari dei paesi sviluppati. Diversi fattori hanno giocato a favore. Iniziando dall’Europa, abbiamo registrato una forte discesa dei prezzi del gas e dell’elettricità sui mercati all’ingrosso. Inoltre, il clima relativamente mite per la stagione permette di risparmiare sulla domanda e questo ha scongiurato l’ipotesi pessimistica dello scorso autunno.

L’Europa, in quanto area economica orientata all’export, trae beneficio dalla riapertura della Cina. Il cambiamento delle politiche di zero COVID, con maggiore facilità negli spostamenti dei cittadini, renderà possibile un maggior livello di consumo di beni e servizi come hotel ristoranti e turismo. I consumi privati in Cina sono all’incirca il 20% in meno rispetto al periodo pre-COVID. La Cina nel 2022 è cresciuta di circa 3 punti percentuali mentre per quest’anno la crescita dovrebbe rimbalzare al 5% secondo i nostri economisti e se la riapertura avviene senza intoppi anche qualcosa di più.

L’economia cinese e degli emergenti asiatici in generale sono in principio i primi beneficiari di questo nuovo corso politico in Cina, ma il ritorno di tensioni geopolitiche nei rapporti con gli Stati Uniti sta togliendo smalto agli indici domestici almeno nelle ultime sessioni. In questa fase alcune azioni, tipicamente quelle maggiormente rivolte all’incremento dei consumi, hanno fatto particolarmente bene, come ad esempio il settore lusso e minerario.

Fonte: Pictet AM Italia


Le Banche Centrali in Europa e Stati Uniti hanno continuato a rialzare i tassi, ma hanno attenuato i toni aggressivi. Essendo in vista del picco di restrizione previsto appena sopra il 5% la FED ha rialzato di 25 basis point il primo febbraio, in ulteriore rallentamento rispetto ai 50 basis point di dicembre o i 75 basis point della fase estiva. La Banca Centrale Europa, probabilmente, continuerà con altri 50 basis point di rialzo a marzo, ma si intravede un miglioramento nelle diverse componenti dell’inflazione, soprattutto per food ed energy che sono una componente molto rilevante.

Anche in Europa ci sono quindi degli elementi incoraggianti a dispetto della comunicazione. La FED deve comunque fare i conti con un mercato del lavoro che si mantiene solidissimo: oltre 500.000 posti di lavoro creati a gennaio, disoccupazione al 3,4% ai minimi dal 1969, e ampia disponibilità di posti di lavoro non si riconciliano bene con la necessità di mantenere le pressioni salariali sotto controllo. Gli indicatori sulla fiducia dei consumatori e delle imprese registrano un miglioramento relativo, soprattutto in Europa, attribuibile alla caduta dei prezzi dell’energia. Per questi motivi ci sembrano ottimistiche le attese di tagli dei tassi sotto il 4% fin dalla seconda metà di quest’anno, mentre le parti lunghe delle curve dei rendimenti sembrano meglio prezzate.

La stagione degli utili è contrastata: nel complesso le aziende riescono a mantenere una marginalità accettabile anche grazie a decisioni rapide di taglio sui costi del personale, come osservato per diverse aziende del settore IT statunitense. Tuttavia, le guidance, ossia gli obiettivi preannunciati per il resto dell’anno, dipenderanno dallo stato di salute complessivo del consumatore americano e dell’economia nel suo complesso. Il panorama attuale delle valutazioni azionarie e, in particolar modo, dei premi di rischio è coerente con un rallentamento dell’attività economica, ma non con uno scenario recessivo che implicherebbe una discesa dei prezzi di almeno 15-20 punti percentuali. L’aspetto positivo è legato all’ancora scarso posizionamento degli investitori che potrebbe prolungare l’attuale intonazione positiva dei mercati finanziari.