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Green Economy

Impatto ambientale dell’edilizia: la direttiva case green

L’impatto ambientale dell’edilizia in Italia ed Europa e la direttiva case green

Aprile 2023

Tempo di lettura: 2 minuti

Il Parlamento europeo ha approvato a metà marzo il provvedimento. Nel mirino di Bruxelles è finito il 15% degli edifici residenziali più energivori.

Il Parlamento europeo ha approvato a metà marzo la cosiddetta “direttiva case green” sulla prestazione energetica degli edifici. Non è ancora una decisione definitiva, perché manca la fase di negoziati con Commissione Europea e Consiglio. Ma si tratta comunque di un passo avanti sulla strada del nuovo provvedimento, che punta ad aumentare l’efficienza energetica delle abitazioni. 

Cosa prevede la direttiva case green?

Il testo approvato prevede la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033 per gli edifici residenziali. L’uso di combustibili fossili negli impianti di riscaldamento non dovrebbe più essere autorizzato già dalla data di recepimento della direttiva, mentre dovrebbe essere eliminato del tutto entro il 2035 o 2040.

Il testo dà indicazioni anche sugli edifici non residenziali e le nuove costruzioni. Da gennaio del 2026 scatta l’obbligo di realizzare i cosiddetti ZEB (Zero Emission Building) per i nuovi edifici occupati o di proprietà di enti pubblici. Negli altri casi la scadenza è il 2028. 

Gli impianti solari diventeranno obbligatori in tutti i nuovi edifici pubblici e i nuovi edifici non residenziali. Gli edifici non residenziali e di proprietà pubblica dovranno raggiungere la classe E dal 2027 e la classe D dal 2030. 

Le deroghe alla normativa

Potranno essere esclusi dal raggiungimento degli obiettivi di efficientamento del parco residenziale:

  • gli edifici protetti di particolare pregio storico e architettonico,
  • i luoghi di culto,
  • gli edifici temporanei,
  • le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno,
  • gli immobili autonomi con una superficie inferiore ai 50 metri quadri.


Accanto a questo, possono essere esentati gli edifici di edilizia residenziale pubblica. In più, i Paesi membri potranno chiedere alla Commissione di adattare i target europei per particolari categorie di edifici residenziali, per ragioni di fattibilità tecnica ed economica. Si potranno prevedere deroghe fino a un massimo del 22% del totale degli immobili.

L’impatto ambientale dell’edilizia ad oggi

L’obiettivo della direttiva è di agire in primis sul 15% degli edifici residenziali più energivori. In Italia questi edifici sono circa 1,8 milioni di edifici residenziali sul totale di 12 milioni, secondo l’ISTAT. 

Secondo la Commissione Europea, gli edifici dell’UE sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra. Nel mirino dell’Unione Europea sono finiti oltre 230mila edifici pubblici non residenziali e 1,8 milioni di edifici residenziali privati energivori.