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Secondo il dizionario Collins, NFT, Non Fungible Token, è stata la parola del 2021. Ma dopo l’anno del boom, il mercato degli NFT nel primo trimestre del 2022 ha fatto registrare una battuta d’arresto.
Parliamo dei “gettoni” unici che permettono di certificare la proprietà digitale di un bene, che può essere un’opera d’arte, un video o anche solo un tweet. Il tutto scritto sulla blockchain.
Da mercato di nicchia, lo scorso anno il comparto degli NFT ha fatto macinare guadagni stellari. Ma secondo il report della società di analisi NonFungible, nei primi tre mesi del 2022 le vendite sono crollate del 50% rispetto agli ultimi mesi del 2021. A calare a picco sono stati sia gli acquirenti sia i venditori. Ma non gli investimenti, che sono diminuiti solo del 5%, soprattutto grazie al valore record raggiunto da alcunE opere acquistate.
Lo scorso anno, il mercato degli NFT ha toccato la cifra record di 17 miliardi di dollari, con un incremento del 21.000% rispetto al 2020, quando il valore totale era di “soli” 150 milioni.
A cambiare tutto fu, a marzo 2021, la cessione dell’opera digitale “Everydays: the first 5000 days, 2021” dell’artista Beeple, un enorme collage di immagini venduto per ben 69,3 milioni di dollari. Da quel momento, l’interesse nei confronti di questo mondo è aumentato progressivamente, arrivando a coinvolgere esponenti del mondo dello spettacolo, del calcio e anche della politica.
La serie CryptoPunks, un progetto lanciato da Larva Labs, software house che ha collaborato anche con Google e Microsoft, ha raggiunto vendite superiori a mezzo miliardo di dollari. E l’artista anonimo Pak ha venduto quasi 267mila NFT per 91,8 milioni di dollari.
Ma la febbre degli NFT ha superato anche l’arte. Jack Dorsey, il creatore di Twitter, ha venduto il token del suo primo tweet per 2,9 milioni di dollari. E il codice sorgente del World Wide Web, creato da Tim Berners-Lee, è stato ceduto per circa 5,4 milioni di dollari.
Dopo un trend più che positivo, dunque, nei primi tre mesi del 2022 si è verificato però un rallentamento. I profitti derivanti dagli scambi si sono ridotti del 3%, spiega il report di NonFungible, con perdite di valore rispetto all’investimento iniziale che hanno toccato il 50% in media.
Le spiegazioni sono diverse. In primis hanno a che fare con la difficile situazione economica attuale. Gli NFT sembrano infatti seguire gli andamenti del mercato tecnologico, molto sensibile ai momenti congiunturali che minano la fiducia nel futuro a medio e lungo periodo.
Se infatti l’anno scorso è stato un anno record per Wall Street e i titoli tecnologici quotati al Nasdaq, il 2022 è invece l’anno del nervosismo dei mercati e della grande incertezza per il futuro. Tra l’inflazione, la stretta delle politiche monetarie espansive e le incognite della guerra in Ucraina, gli investimenti più speculativi hanno tirato il freno a mano. I titoli del Nasdaq hanno registrato una contrazione del 23% rispetto agli ultimi mesi del 2021. Il Bitcoin è sceso del 43%.
Gli investimenti in NFT, in realtà, non mancano. Anzi, sempre più brand, artisti e personaggi dello show business e dello sport stanno lanciando le proprie collezioni NFT. Ma dopo il boom, si assiste a un periodo di aggiustamento, che punta più sulla qualità che sulla quantità.
Fino a dicembre 2021, chiunque lanciasse una collezione di NFT otteneva quasi sempre il sold out, in una rincorsa per ottenere a tutti i costi quanti più NFT possibile, senza selezionare la qualità. Ma probabilmente si era di fronte a una bolla. Ora gli investitori sono diventati più selettivi prima di effettuare un investimento, considerato anche il periodo storico congiunturale che stiamo vivendo.
La caratteristica principale che si cerca in una collezione di NFT è quella dell’esclusività. Tanto che a New York esiste un ristorante, il Flyfish Club, il cui accesso è consentito ai soli possessori del relativo NFT.
Prima dell’acquisto di un NFT, oggi un acquirente prende informazioni sul fondatore di una collezione, chiedendo garanzie sui vantaggi e i benefit che può fornire. I progetti di successo sono quelli che partono da un’idea forte e hanno un piano strutturato, con l’obiettivo di creare community esclusive che possono incontrarsi per eventi e feste o anche solo per discutere del futuro del progetto con fondatori e sviluppatori.
Gli appassionati di sport entrano a far parte di determinate community perché, ad esempio, hanno la possibilità di accesso alle attività svolte dalla propria squadra del cuore. E più la community permette di entrare in cerchie ristrette, magari con qualche nome noto, più attirerà l’interesse degli investitori.
Esistono dei validi motivi per investire sugli NFT. Anzitutto sono basati sulla blockchain, un database in cui le informazioni, una volta scritte, non possono essere modificate. Sono unici e certificati, non possono essere falsi. Possono essere utilizzati nel metaverso e possono garantire un alto rendimento.
Chi acquista un’opera legata a un NFT si garantisce la possibilità di rivendicare un diritto su quel prodotto. Qualora un utente intendesse vendere un NFT, dovrà dimostrare di esserne il proprietario, perché attraverso il registro distribuito su blockchain tutti possono verificare effettivamente che chi firma una transazione è l’unico possessore di quel certificato. Per il venditore, inoltre, gli NFT consentono non solo di vendere qualcosa a un prezzo maggiore di acquisto, ma anche di avere la possibilità di godere delle royalties che vengono applicate su ogni transazione futura.
Tuttavia, non mancano le insidie e le potenziali truffe. Una stessa immagine, ad esempio, può essere associata a NFT differenti. Inoltre, si tratta di un mercato altamente volatile in cui domina la speculazione, per cui aver acquistato un NFT a un valore alto non garantisce agli investitori di riuscire a venderlo allo stesso valore o a un valore superiore.
Ci sono una serie di domande che bisogna porsi prima di decidere di investire in un NFT. In primis bisogna ottenere informazioni sul team del progetto e il nome che c’è dietro, verificando anche che tipo di interazione esiste con la comunità dei proprietari. Se è coinvolta una celebrità, è opportuno anche verificare che l’endorsement sia reale.
Chi intende acquistare un NFT dovrà a sua volta appurare che chi ha emesso per primo il token sia un attore fidato e se il suo wallet – il portafoglio virtuale all’interno del quale confluiscono tutti gli NFT posseduti – è individuabile, riconoscibile e trasparente.
Senza dimenticare che gli NFT, ad oggi, non sono ancora regolamentati. E come per le criptovalute, anche in questo mondo non mancano attività illecite e truffe.
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