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Analisi dei Mercati Finanziari

Investire oggi: l'analisi dei mercati finanziari di Marzo 2021 | di Fabio Castaldi

Marzo 2021

Fabio Castaldi, Senior Portfolio Manager di Pictet AM Italia, descrive il quadro macroeconomico del mese di marzo caratterizzato sui mercati finanziari dal dip buying da parte degli investitori, ovvero una serie di acquisti sulla debolezza dei mercati nonostante valutazioni non più generose in diversi settori. Scopri tutti i dettagli nel video.

A fine gennaio, i mercati finanziari erano alle prese con l’esuberanza degli investitori retail, in particolare negli Stati Uniti, che con la loro operatività concertata su specifici titoli azionari (Game Stop è l’esempio più clamoroso) avevano innescato la prima correzione nel 2021 delle Borse internazionali. Questa correzione è stata rapidamente recuperata e continua a rimanere quello che viene definito “dip buying” da parte degli investitori, ovvero una serie di acquisti sulla debolezza dei mercati nonostante valutazioni non più generose in diversi settori. Ma a cosa è dovuta questa esuberanza da parte degli investitori nel comprare i dip e quali sono i rischi da navigare nei prossimi mesi che possano mettere in discussione questo paradigma?

Fabio Castaldi, Senior Portfolio Manager


La risposta alla prima domanda è scontata. I progressi nella campagna vaccinale alimentano le aspettative di riapertura delle economie, seppur con tempistiche differenti nelle diverse aree geografiche. Questo in un contesto dove il risparmio accumulato durante la pandemia ha raggiunto livelli senza precedenti in alcuni paesi, arrivando a toccare ad esempio il 21% del reddito disponibile negli Stati Uniti, e sarà speso in misura importante non appena la riapertura dell’economia lo consentirà.

Inoltre, sempre negli Stati Uniti, un robusto pacchetto di stimolo fiscale di 1900 miliardi di dollari è alle porte. Un secondo pacchetto, concentrato sugli investimenti infrastrutturali, seguirà poi in tempi ravvicinati.

 

Quali sono invece i rischi da affrontare? I timori di un surriscaldamento dell’economia americana nei mesi successivi alla riapertura sembrano quasi inevitabili, soprattutto nel caso in cui l’amministrazione Biden dovesse insistere nello spingere sulla leva fiscale in un contesto di crescita già potenzialmente molto forte. Le previsioni sono quelle di una robusta accelerazione dell’economia americana del 6,5% per l’anno in corso.

 

Il primo assaggio dello scenario di rischio appena descritto si è materializzato a fine febbraio. La correzione dei mercati obbligazionari ha subito una violenta accelerazione, non solo sulla parte lunga della curva dei rendimenti ma anche sulla tempistica dei previsti rialzi della Federal Reserve. Entro la fine del 2023, sono tre i rialzi della Banca Centrale americana apprezzati dai mercati.

 

A loro volta, i timori sulla rimozione anticipata dello stimolo monetario si sono scaricati sugli indici azionari che, in concomitanza con la violenta correzione dei mercati obbligazionari, hanno fatto registrare il 25 febbraio la peggiore performance giornaliera degli ultimi sei mesi. Questo episodio espone la fragilità dei mercati al rischio di un’accelerazione dell’inflazione strutturale e alimenta i timori che le Banche Centrali, in particolare la Fed, possano considerare la rimozione del supporto monetario in tempi più rapidi rispetto a quanto atteso.

 

Riteniamo invece che, a fronte di un inasprimento delle condizioni finanziarie, la definizione di tolleranza della Fed nei confronti di una risalita dell’inflazione verrà estesa, contenendo la dinamica rialzista sui tassi reali. Resta il rischio che nel breve termine dati forti sul fronte economico possano rappresentare una fonte di volatilità pericolosa per i mercati finanziari.