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Food

La crisi alimentare globale potrebbe essere peggiorata dalla pandemia

Ottobre 2021

L’ONU avverte che la situazione peggiorerà nei prossimi mesi in 23 Paesi a causa dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari, dei conflitti dovuti e della riduzione dei redditi familiari.

La crisi causata dal Coronavirus potrebbe durare più a lungo del previsto, con una conta dei danni molto più cospicua e duratura. Secondo la FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, e il World Food Programme, la pandemia potrebbe causare infatti un’ondata di crisi alimentari in tutto il pianeta a causa di un mix di fattori: dall’aumento della disoccupazione al calo dei salari, dall’innalzamento del prezzo dei prodotti alle variazioni nella produzione alimentare dovute alle restrizioni in corso. Il tutto tenendo conto anche dei casi di instabilità politica e dei conflitti in corso.

L'allarme alimentare e i Paesi coinvolti

In un recente rapporto, la FAO e il WFP sottolineano che nei prossimi mesi la situazione alimentare potrebbe peggiorare drasticamente in 23 paesi, con l’Afghanistan in testa. Ma anche in Guatemala, Honduras, Nicaragua, Angola, Ciad, Colombia, Etiopia, Haiti, Kenya, Libano, Madagascar, Mozambico, Myanmar, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Repubblica di Corea, Repubblica Democratica del Congo, Sierra Leone, Liberia, Burkina Faso, Mali, Niger, Siria, Somalia, Sudan, Sud Sudan e Yemen.

 

Non solo. Oxfam avverte che la povertà alimentare potrebbe causare più morti dello stesso COVID-19, che già ha aumentato di sei volte il numero delle persone che vivono a rischio di carestia. Tanto che oggi ogni minuto muoiono di fame undici persone nel mondo. In totale, sono 41 milioni di persone rischiano la carestia.

Le azioni da intraprendere

Nel vertice convocato a Roma la scorsa estate, l’ONU ha individuato quindici aree di azione necessarie in tutte le fasi della filiera alimentare, dalla produzione al consumo. “Il COVID-19 ha messo a nudo ed esacerbato le disuguaglianze tra alcuni Paesi e altri ma anche all’interno degli Stati”, avverte l’economista e premio Nobel per l’Economia, Joseph Stiglitz.

 

L’ex primo ministro britannico Gordon Brown e il vice segretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari e coordinatore dei soccorsi di emergenza Mark Lowcock avvertono che 270 milioni di persone sono già sull’orlo della fame nel mondo: l’equivalente degli abitanti di Germania, Regno Unito, Francia e Italia insieme. Una cifra che è il doppio del periodo precedente la pandemia. Con 11 milioni di minori a rischio di morire di fame, secondo Save the Children.

 

Di fronte a queste prospettive, l’ONU chiede un sistema di riforme a tutti i livelli, invitando i Paesi a destinare maggiori sostegni all’agricoltura, ai pasti scolastici e alla promozione di diete sane.

 

La stragrande maggioranza di quelli che oggi sono sull’orlo della fame sono agricoltori. Oltre a fornire assistenza alimentare, dobbiamo fare tutto il possibile per aiutarli a riprendere la produzione alimentare da soli, in modo che le famiglie e le comunità possano essere autosufficienti e non dipendenti solo dagli aiuti per sopravvivere”, spiega il Direttore Generale della Fao Qu Dongyu.