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Investire in acqua

Siccità, gli investimenti necessari per migliorare la situazione

Luglio 2022

Oltre alle soluzioni per tamponare l’emergenza, servono investimenti sulle infrastrutture. 4,4 miliardi arriveranno dal PNRR, ma ne servirebbero 10.

Il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, in un intervento sul Corriere della sera, ha spiegato che la siccità che sta colpendo il nostro Paese dipende da tre anni di costante deficit di precipitazioni, aggravati dall’insufficienza di invasi, dalla loro mancata manutenzione, dal degrado della rete con perdite superiori al 40% e dall’uso di tecniche d’irrigazione agricola poco efficienti.

A queste carenze infrastrutturali si aggiunge “l’esagerato numero di enti gestori del servizio idrico integrato”, che spesso non hanno sufficienti capacità tecniche, gestionali ed economiche. Carenze infrastrutturali, a cui si uniscono ora problemi di natura climatica molto seri.

Secondo il ministro, serve quindi un intervento molto forte sia a livello emergenziale che infrastrutturale. Nell’immediato, il governo e la Protezione Civile stanno lavorando per attivare misure di coordinamento dei troppi enti competenti in materia di acque, per garantire una gestione più accurata delle risorse idriche, oltre a misure di sostegno per i settori economici più colpiti.

 

A livello infrastrutturale, poi, il governo sta predisponendo un decreto che semplifichi in maniera sostanziale la realizzazione di opere idriche, inclusi nuovi dissalatori con regole semplificate, il rafforzamento della governance dei servizi idrici integrati, la creazione di un sistema di monitoraggio globale della rete idrica e le nuove regole per il riutilizzo delle acque reflue depurate.

Gli investimenti

Saranno necessari soprattutto nuovi investimenti. Secondo un’analisi condotta da ARERA, l’Autorità di Regolazione per l’Energia Reti e Ambiente, servirebbero 10 miliardi di euro da destinare principalmente agli interventi per ridurre le perdite idriche lungo la rete, migliorando la qualità dell’acqua.

 

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per ora, ha stanziato circa 4,4 miliardi di euro per quattro misure destinate al contrasto alla siccità: 600 milioni di euro in investimenti per la depurazione delle acque reflue da riutilizzarsi in agricoltura e manifattura; 900 milioni di euro per la riparazione, la digitalizzazione e il monitoraggio integrato delle reti idriche in modo da diminuire le perdite di acqua; 2 miliardi di euro per nuove infrastrutture idriche primarie (come i nuovi invasi) su tutto il territorio nazionale; circa 900 milioni di euro per il potenziamento e l’ammodernamento del sistema di irrigazione nel settore agricolo.

 

Secondo l’ultimo rapporto dell’ISTAT del 2021, per ogni 100 litri di acqua che viaggiano negli acquedotti italiani, 42 vanno persi. Solo recuperando le perdite idriche, secondo l’ISTAT sarebbe possibile raccogliere acqua sufficiente per soddisfare i bisogni annuali di 44 milioni di persone.

 

Non solo. L’Italia oggi ha una produzione di acqua desalinizzata di appena il 4% rispetto al consumo totale, nonostante il Paese sia una penisola bagnata dal mare. In Spagna, per fare un esempio, questa percentuale è al 56%. Investire quindi in questa tecnologia potrebbe dare una risposta efficace alla crisi idrica.

“È necessario riparare al più presto le trascuratezze e gli errori strategici di decenni. Sarà fatto ogni sforzo per accelerare e semplificare”, ha assicurato il ministro Cingolani.