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Il default americano è stato evitato. Dopo settimane di trattative tra Repubblicani e Democratici, il Congresso degli Stati Uniti ha accettato di sospendere il tetto del debito (debt ceiling), ovvero la quantità massima di soldi che gli USA possono prendere in prestito sui mercati per finanziare la spesa pubblica. Un limite massimo che, se superato, deve essere autorizzato dal Parlamento. Cosa che ha scatenato una battaglia politica tra l’amministrazione democratica guidata da Joe Biden e il Congresso a maggioranza Repubblicana.
Il testo su cui è stata raggiunta alla fine l’intesa sospende fino al 2025, e quindi fino a dopo le elezioni presidenziali, l’importo massimo di indebitamento degli Stati Uniti, attualmente a 31.400 miliardi di dollari.
Un passo importante. Senza questa legge, Washington rischiava di non essere più in grado di pagare i propri debiti, con conseguenze molto gravi per l’economia americana e mondiale.
Gli Stati Uniti hanno introdotto il tetto al debito pubblico nel 1917. Prima di allora, il Congresso doveva autorizzare ogni emissione di buoni del tesoro. Con il Second Liberty Bond Act, venne invece consentito al governo di non passare per il Parlamento ogni volta che si richiedeva un prestito.
L’allora presidente Woodrow Wilson riuscì così a procedere all’indebitamento necessario per combattere la Prima Guerra Mondiale senza aspettare che il Congresso approvasse ogni spesa. Ma non volendo lasciare completamente senza regole l’indebitamento dello Stato, i legislatori decisero di limitare i prestiti a un “tetto” massimo, introducendo l’obbligo di approvare una legge ad hoc per aumentarlo.
Questo significa che negli Stati Uniti l’emissione di nuovo debito può essere decisa in autonomia dal governo solo se si resta all’interno di un limite. Per alzare o sospendere il tetto del debito serve ogni volta una legge del Congresso.Dal 1917, il tetto del debito è stato aumentato e sospeso ben 80 volte. Ogni volta che, a causa dell’inflazione o di un aumento della spesa pubblica, il tetto del debito viene raggiunto, è necessario che intervenga il Congresso. Altrimenti il Paese rischia di trovarsi senza neanche più i fondi per pagare gli stipendi pubblici.
L’ultima volta il tetto è stato fissato a 31.400 miliardi di dollari. Livello che è stato superato il 19 gennaio 2023. Una volta oltrepassata questa soglia, Janet Yellen, Segretario al Tesoro, ha chiesto formalmente al Congresso di raggiungere un accordo per alzare questo limite entro giugno 2023.
Nel 1979 il Congresso non raggiunse un accordo prima della scadenza. Gli Stati Uniti si trovarono così in condizioni di default tecnico e il governo fu costretto a rinviare di qualche giorno i pagamenti ai creditori.
Nel 2011, poi, l’allora presidente americano Barack Obama fu protagonista di un lungo braccio di ferro con il Congresso per aumentare il limite del debito. Anche in quel caso, il Partito Repubblicano controllava il Congresso, quindi si assistette a uno scontro politico. Nel mentre, però, il governo non riuscì più far fronte al pagamento di stipendi e servizi, e gli uffici federali furono costretti a chiudere per giorni. Gli Stati Uniti arrivarono così vicini al default che l’agenzia di rating Standard & Poor’s declassò il debito americano da tripla A ad AA+. Dopo un temporaneo crollo del mercato azionario, la crisi rientrò grazie al raggiungimento di un’intesa che prevedeva un taglio della spesa pubblica.
Nel tra i fatti economici più importanti di maggio 2023, abbiamo visto anche la sospensione del tetto del debito americano: infatti, tra la pandemia, la crisi economica e il conseguente aumento della spesa pubblica per garantire i sostegni alla popolazione e alle imprese, il debito americano ha superato i 31,4 trilioni di dollari, pari al 120% del PIL.
Anche se si tratta di una cifra enorme, non siamo davanti il rischio di una crisi perché gli Stati Uniti sono in grado di onorare il loro debito. I titoli del Tesoro americano sono considerati a livello globale uno degli investimenti più sicuri e stabili. E il governo di Washington si trova nella posizione di poter emettere nuovo debito ogni volta che lo desidera.
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