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Analisi dei Mercati Finanziari

L’analisi dei mercati finanziari di settembre 2023

Investire oggi: l'analisi dei mercati finanziari di settembre 2023 con Fabio Castaldi

Settembre 2023

Tempo di lettura: 5 min

Il periodo estivo è stato caratterizzato da volatilità, con una violenta contrazione dei mercati del reddito fisso. Possiamo aspettarci che saranno le dinamiche macroeconomiche e le conseguenti decisioni delle Banche Centrali a guidare i trend obbligazionari e azionari di qui in avanti.

Il periodo estivo appena trascorso è stato di non facile lettura, con dinamiche di mercato volatili, soprattutto sul fronte obbligazionario americano. Difficile individuare una chiara pistola fumante che giustifichi quanto accaduto, si tratta piuttosto di una combinazione di fattori che nell'insieme hanno contribuito alla violenta correzione estiva dei mercati del reddito fisso, con un effetto contagio, seppur ragionevolmente contenuto, sui mercati azionari.

Tali fattori, in ordine di importanza, possono essere riassunti nei seguenti termini:

  • L'annuncio, da parte del Tesoro americano, di un sostanziale incremento di emissioni nette di titoli di Stato, per finanziare la forte crescita del disavanzo di bilancio di qui in avanti.
  • Il timore della possibile revisione al rialzo di r-star, ovvero del tasso di interesse aggiustato per l'inflazione, coerente con un'economia in piena occupazione e inflazione stabile e oggi indicato dalla FED uno 0.5%.
  • La decisione della banca centrale giapponese di modificare i parametri di controllo della curva dei rendimenti, permettendo escursioni del benchmark decennale oltre la soglia dei 50 punti base, fissandola ora al livello dell’1%; tale aggiustamento incentiva gli investitori giapponesi a rimpatriare gli investimenti in treasures americani, i cui rendimenti, una volta considerata la copertura valutaria, sono ora sensibilmente inferiori a quelli dei titoli governativi giapponesi.
  • Al margine, infine, il declassamento da parte dell'agenzia di rating Fitch del merito di credito del debito pubblico americano, accantonato in occasione del consesso di banchieri centrali di fine agosto a Jackson Hole, il timore del ripensamento da parte della FED di r-star, resta il tema delle crescenti emissioni di titoli di Stato negli Stati Uniti.
  • Si restringe la platea di compratori rispetto al recente passato, con decrescenti acquisti da parte di investitori esteri, Cina, Europa e soprattutto Giappone come discusso, in aggiunta ad acquisti ridotti da parte delle banche e delle assicurazioni americane.
  • La Federal Reserve, infine, è ora venditrice netta di treasuries nel contesto del quantitative tightening in atto.

Il tema della supply, per quanto possibilmente impattante nel periodo estivo, anche in funzione di scarsa liquidità e assenza di molti operatori, non riteniamo possa rappresentare la variabile chiave nel determinare la direzione dei mercati obbligazionari.

Saranno nuovamente le dinamiche macroeconomiche e le conseguenti decisioni delle Banche Centrali a guidare i trend obbligazionari e azionari di qui in avanti. Su questo fronte riteniamo che il ciclo dei rialzi delle Banche Centrali sia alle battute finali: sul fronte americano il rientro dell'inflazione procede in maniera lineare, il dato di agosto sull'occupazione conferma che il ribilanciamento del mercato del lavoro è a uno stadio ormai avanzato e i dati recenti non sorprendono più al rialzo in maniera significativa.

Queste dinamiche, combinate con l'impatto dell'aggressivo ciclo dei rialzi della FED, ci fa propendere per uno scenario di rallentamento nei mesi a venire e una buona probabilità che, salvo sorprese inattese sul fronte inflazione, la Federal Reserve abbia ultimato il proprio ciclo di rialzo dei tassi. In questo contesto è lecito aspettarsi un recupero dei corsi obbligazionari americani, in termini assoluti e relativi, in particolare sulla parte lunga della curva dei rendimenti, particolarmente penalizzata nella fase recente dalla combinazione dei fattori sopra indicati.

Sul fronte europeo il deterioramento del quadro macro viene confermato nel mese di agosto: alla debolezza del settore manifatturiero si aggiunge ora la decelerazione del settore dei servizi con gli indicatori avanzati che passano dal 50.9 di luglio al 48.3 di agosto, al di sotto quindi della soglia dei 50 punti, lo spartiacque tra crescita e contrazione. I rischi di recessione sono quindi in aumento in Europa, con la Germania che resta il paese più vulnerabile in questo contesto. Ciononostante, alla luce dei dati sull'inflazione del mese di agosto superiori alle attese, non si può escludere un ultimo rialzo della BCE, in buona parte peraltro già prezzato dai mercati. 

Infine, la Cina resta al momento un investimento più tattico che strategico, in assenza di interventi risolutivi da parte del governo centrale per risolvere la crisi del settore immobiliare.

In conclusione, riteniamo che, oramai prossimi alla fine del ciclo dei rialzi delle Banche Centrali, FED e BCE in testa, il mercato obbligazionario in particolare offra valore dopo la correzione estiva.

Fabio Castaldi, Senior Investment Manager di Pictet AM Italia