Sembra che il mercato azionario britannico non riesca ad avere un attimo di tregua. Qualsiasi buona notizia viene immediatamente oscurata dalle ultime deprimenti novità sulla Brexit.
Alcuni opinionisti si sono spinti così oltre da sostenere che questi fattori politici tossici rendano le azioni britanniche “non idonee all’investimento”. Non stupisce quindi che i risparmiatori abbiamo ritirato 1010 miliardi di dollari dai fondi azionari del Regno Unito da giugno 2016, quando i britannici hanno votato per lasciare l’Unione europea1.
Il dubbio più recente riguarda la possibilità che il Primo Ministro Theresa May riesca a convincere una quota sufficiente di membri del suo partito a credere all’accordo che ha stretto con i partner europei del Regno Unito per aggiudicarsi il voto alla Camera dei Comuni l’11 dicembre. Altrimenti, il Paese dovrà affrontare la prospettiva di un divorzio disordinato nel giorno della Brexit alla fine di marzo dell’anno prossimo.
A nostro avviso, gli investitori con una buona propensione al rischio potrebbero ritenere il mercato un'opportunità d'acquisto a prescindere dai risultati.
Questa visione contrarian è sostenuta dall’eccellente rendimento attualmente offerto dalle azioni britanniche, non solo rispetto alle obbligazioni di Stato e ad altri mercati obbligazionari sviluppati, ma in relazione alla storia stessa del mercato.
A parte un breve periodo nel corso della grande crisi finanziaria, il rendimento da dividendo del 4,1% attualmente offerto dalle azioni britanniche è il più elevato da metà degli anni Novanta2.
Proprio così è stato in media dal 1900, compresi gli anni Settanta, quando i rendimenti da dividendo improvvisamente divennero a doppia cifra con l’inflazione.
Nel frattempo, in termini relativi rispetto ai rendimenti delle obbligazioni di Stato britanniche a 10 anni, il rendimento da dividendo è quasi al livello massimo mai raggiunto. Infatti, il differenziale positivo del 2,7% è quasi di 4 punti percentuali al di sopra della media di 118 anni.
Quindi cosa sta succedendo? Tanto per iniziare, il grande vantaggio dei rendimenti azionari su quelli obbligazionari è destinato ad avere poco a che fare con la repressione finanziaria. Il quantitative easing e le richieste normative che i fondi pensione bilanciassero con più esattezza le loro passività con flussi in entrata garantiti hanno sospinto il prezzo delle obbligazioni di Stato “sicure” – ossia, hanno guidato al ribasso i rendimenti. E con il gilt a 10 anni che rende l’1,3% quando i mercati prevedono un tasso d’inflazione al 3%, ciò significa semplicemente che gli investitori in obbligazioni di Stato britanniche diventeranno costantemente sempre più poveri.
Ma nel Regno Unito non si tratta solo di reddito fisso. Le società britanniche hanno sempre mirato ad avere tassi di distribuzione dei dividendi elevati. Gli ultimi dati indicano che le società britanniche pagano il 60% degli utili agli investitori sotto forma di dividendi, rispetto al 38% e al 42% per le società tedesche e americane, rispettivamente.
Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che, storicamente, il Regno Unito ha avuto un trattamento fiscale più favorevole per i dividendi, o per via di una grande domanda di reddito istituzionale rispetto all’apprezzamento di capitale, o perché il mercato britannico è composto in proporzione maggiore da titoli maturi e difensivi.
Contemporaneamente, la Brexit ha fatto aumentare il premio di rischio implicito delle azioni nel mercato azionario britannico fino quasi ai livelli di 10 anni fa, prevedendo sostanzialmente il tasso di crescita degli utili societari a solo lo 0,8% in media nel lungo termine. Un valore ben al di sotto della crescita media annua del 6,1% che le aziende effettivamente hanno registrato nell’ultimo quarto di secolo. In altre parole, il mercato azionario britannico pare eccezionalmente conveniente a chiunque si aspetti che il premio di rischio azionario torni a livelli più normali.
In un mondo in cui gli investitori sono regolarmente in cerca di reddito, un rendimento del 4,1% inizia a essere interessante – soprattutto considerato che le società tendenzialmente sono riluttanti a ridurre i dividendi e raramente gli importi distribuiti vengono abbassati. Gli investitori – come noi – agnostici sulla fonte di rendimento, sia che provenga da reddito o da apprezzamento del capitale, dovrebbero trovare attraente il rendimento da dividendo britannico in un contesto di debole crescita economica, anche se la Brexit dovesse rivelarsi più dura di quanto sperato dal governo.
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