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Asset Management

Risparmio gestito: dai numeri del 2018 ad incognite e possibilità per il nuovo anno

Gennaio 2019

Lo scorso anno la guerra dei dazi le incognite della geopolitica globale e il rallentamento delle principali economie hanno portato a forti investimenti in liquidità. Grazie agli USA il contesto dovrebbe migliorare.

Il 2018 sarà ricordato come l’anno nel quale il conto corrente ha battuto il risparmio gestito. Non accadeva dal 1994 che puntare sulla liquidità garantisse maggiori rendimenti rispetto ad azioni e obbligazioni. La storia si è ripetuta e tutte le principali classi di investimento hanno segnato performance negative, mentre sono stati premiati i fondi monetari (seppur con rendimenti bassi).

Investitori frenati dai tanti dubbi dell’economia globale

Gli scontri sui dazi, l’instabilità di Wall Street, i punti di domanda sulla geopolitica globale e il rallentamento delle principali economie del pianeta hanno spinto gli investitori a puntare sulla sicurezza della liquidità. Bond e azioni sono stati giudicati troppo rischiosi, come ha confermato il report di EPFR Global: nella sola settimana tra il 5 e il 12 dicembre 2018 sono stati riscattati 39 miliardi di dollari dai fondi azionari, mentre i fondi monetari hanno rilevato flussi netti per oltre 116 miliardi di dollari. Una cifra record.

Anche gli italiani hanno scelto i fondi monetari

Se guardiamo al nostro Paese, Assogestioni ha annunciato che ottobre 2018 è stato un mese nero per il settore del risparmio gestito, con una raccolta negativa per 940 milioni di euro. Una frenata netta rispetto ai +437 milioni di settembre e alla raccolta complessiva di 12,9 miliardi di euro nei primi 10 mesi dell’anno scorso. Anche in questo caso la parte del leone l’hanno fatta i fondi monetari, che hanno intascato 1,6 miliardi di euro e hanno visto calare i fondi obbligazionari di 3,25 miliardi e i fondi flessibili di oltre 2 miliardi di euro.

Anche il 2019 sarà un anno di rallentamento della crescita economica

Proseguirà la frenata della crescita globale, anche se i mercati dovrebbero restituire uno scenario migliore rispetto all’anno scorso. La crescita principale dovrebbe registrarsi negli USA, dove dovremmo assistere a una stabilizzazione dell’inflazione e a un conseguente stop del ciclo di rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve. Rimarrà alta l’attenzione per la guerra commerciale tra Trump e la Cina, anche se i rischi connessi a questo scontro dovrebbero in parte già essere stati scontati dagli investitori. L’incertezza a livello globale è rafforzata poi dalla Brexit, dallo stato dei conti pubblici italiani, dall’andamento dell’Argentina e della Turchia. Insomma, uno scenario mutevole e influenzato da più fattori, ma tutto sommato più positivo di quello dello scorso anno.

Consumi Italiani in aumento, boom dell’e-commerce

Una crescita del 2% sul 2017, quella registrata dall’Osservatorio sui Consumi Findomestic in collaborazione con Prometeia. Gli italiani lo scorso anno hanno speso 21 miliardi di euro in più rispetto al 2017 e l’incremento maggiore è stato quello dell’e-commerce, che ha segnato +16%. Positivo l’andamento anche di telefonia mobile (10,6%), credito al consumo (+3,9%), mattone (2%), mercato dei mobili, (1,8%), beni durevoli (1,5%) e automotive (1%). Ha invece chiuso il 2018 con il segno meno la tecnologia consumer, in calo del 2,7%.