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Economia e finanza

Pictet Fiver Febbraio 2019

Febbraio 2019

I cinque principali aggiornamenti dai mercati del mese di febbraio.

1. La linea morbida della FED di Powell

La FED ha cancellato l’errore commesso alla fine del 2018, quando aveva comunicato ai mercati di non avere intenzione di rivedere il ritmo di riassorbimento della liquidità. A fine gennaio, la musica è cambiata: il Presidente Jerome Powell ha ammesso che sul fronte dei tassi manterrà un atteggiamento paziente e che rallenterà il ritmo di ritiro della liquidità. Secondo gli osservatori, dovrebbe passare dai 3.000 ai 3.500 miliardi entro la fine del 2019. 

2. I dati positivi degli Stati Uniti

I dati americani sono stati meno preoccupanti di quanto si temesse e la recessione per il momento è scongiurata. I dati pubblicati a inizio mese dal dipartimento del lavoro hanno sottolineato una crescita di 304 mila posti di lavoro, il balzo maggiore da un anno a questa parte. Quasi il doppio delle previsioni, che parlavano di circa 165 mila posti di lavoro. Anche l’indice manifatturiero ISM ha registrato un deciso incremento a 56,6 da quota 54,3. Sorpresi pure in questo caso gli analisti, che avevano preventivato un dato intorno a 54,2. 

3. Le tensioni in Europa

Rispetto agli Usa la situazione del Vecchio Continente è peggiore: l’economia rallenta ma, ha assicurato il commissario agli affari economici Pierre Moscovici “i fondamentali sono sani”. In questo momento si registra un’Europa a due velocità, se non tre, dal momento che i Paesi dell’est volano, Germania e Francia camminano a piccoli passi e l’Italia stenta, come abbiamo visto dai numeri dei PIL nazionali. Tuttavia, per trarre conclusioni più complete sarà necessario aspettare di vedere se si tratta di un fattore temporaneo legato al rallentamento dell’export tedesco, la locomotiva d’Europa. Molti economisti notano comunque che i timori legati anche ai freni alla crescita si stanno affievolendo. 

4. La diplomazia al lavoro per chiedere la guerra commerciale tra Usa e Cina

La fine della guerra commerciale tra i due colossi mondiali avrebbe ripercussioni positive anche sulla crescita globale, rendendola più stabile e meno incerta. Da un lato Trump ha bisogno del sostegno e della fiducia delle borse, mentre dall’altro Xi Jinping vuole varare misure a sostegno della crescita cinese, anche di natura fiscale, tanto che sta avviando misure monetarie che possono valere dall’1% al 2% sulla crescita del colosso asiatico. Ecco perché molti si aspettano che si chiuda l’accordo entro il 31 marzo (data di scadenza degli attuali negoziati) o poco più tardi. 

5. La BCE prosegue la politica dei tassi zero

Il Presidente Mario Draghi lo aveva annunciato a gennaio: i tassi rimarranno a zero e non sono previsti aumenti per i prossimi mesi. Ciò significa che le operazioni di rifinanziamento sono allo 0%, le operazioni marginali rimangono allo 0,25% e le banche commerciali potranno depositare presso la l’Eurotower con il solito tasso di -0,4%. Al tempo stesso, il Quantitative Easing è stato bloccato, ma in realtà continua per inerzia: verranno rinnovati a scadenza i titoli raccolti finora per un pacchetto da più di 2.100 miliardi di euro di titoli di Stato, con quelli italiani che valgono circa il 17%.