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Economia e finanza

Fiver, i cinque fatti economici di gennaio 2022

Gennaio 2022

I cinque principali fatti di economia e finanza del mese raccontati in breve.

I mercati finanziari di gennaio hanno continuato a guardare con attenzione all’andamento della curva dei contagi da COVID-19 nel mondo e alle decisioni di politica monetaria delle Banche Centrali. A gelare le Borse, nel primo mese dell’anno, è intervenuta anche l’escalation della crisi sul fronte orientale europeo tra Ucraina e Russia. Senza dimenticare le questioni politiche italiane, con l’elezione del presidente della Repubblica, cui le Borse hanno guardato con attenzione per la tenuta europea e al debito alto che hanno accumulato i Paesi più poveri.

1. Federal Reserve e BCE:

La Banca Centrale Americana ha annunciato di essere pronta a iniziare ad aumentare i tassi di interesse da marzo. Dalla primavera, quindi, le strade di Fed e BCE si divideranno. La Banca Centrale Europea ha garantito infatti di voler continuare nella politica accomodante, anche se da marzo il programma aggiuntivo di acquisto di titoli messo in campo per l’emergenza COVID-19 sarà fermato. Tuttavia, i rischi per l’outlook americano ed europeo restano, incluso il pericolo di nuove varianti del virus.

2. Record per l’economia USA, rallenta la Cina:

Dati incoraggianti sono arrivati dall’economia americana, con il PIL USA cresciuto del 6,9% nel quarto trimestre 2021, oltre le attese, portando il dato complessivo dell’anno a +5,7%. Un record dal 1984. Il presidente americano Joe Biden ha esultato: “Per la prima volta in 20 anni, la nostra economia cresce più velocemente di quella della Cina”. Dall’economia del Dragone, infatti, sono arrivati numeri che segnano un rallentamento della crescita: il PIL cinese è cresciuto “solo” del 4% nel quarto trimestre rispetto all’anno scorso. Meglio delle previsioni di crescita del 3,8%, ma al di sotto del +4,9% registrato nel terzo trimestre.

3. La crisi ucraina:

I mercati hanno reagito davanti all’escalation delle tensioni sul fronte orientale tra Russia e Ucraina. Le conseguenze si sono viste sul settore alimentare, con il prezzo internazionale del grano cresciuto di quasi il 10% in una sola settimana. E davanti al pericolo di una possibile invasione di Mosca e allo schieramento di 8.500 soldati americani, è cresciuto anche il settore dell’aerospazio e della difesa. Conseguenze anche sul settore energetico, considerato che la Russia è un grosso fornitore di gas per l’Occidente: il prezzo del gas naturale, infatti, è balzato in avanti di oltre il 15%.

4. Occhio all’Italia:

Sergio Mattarella è stato rieletto Presidente della Repubblica con 759 voti. I mercati hanno guardato con attenzione alla partita politica italiana per l’elezione del Presidente, strettamente legata alla tenuta del governo. Le preoccupazioni degli investitori riguardano soprattutto l’attuazione del Piano di ripresa e resilienza con i fondi europei e la tenuta dell’alto debito pubblico italiano. Anche a fronte del fatto che presto in Europa partiranno le trattative per una revisione delle regole di bilancio del Patto di stabilità, attualmente sospeso fino al 2022.

5. I mercati emergenti:

Il presidente della Banca Mondiale, David Malpass, ha acceso un faro sulla situazione economica dei Paesi più poveri del mondo, che preoccupa gli osservatori internazionali e i mercati. Con la pandemia ancora in corso, le poche vaccinazioni, i prezzi delle materie prime e alimentari in salita e il turismo in piena crisi, si contano 74 Paesi a basso reddito che avranno 35 miliardi di dollari da ripagare nel corso del 2022. Un aumento del 45% rispetto al 2020.

 

A gennaio, gli spread dei bond in dollari emessi da Paesi emergenti con un rating alto di rischio sono aumentati fino a 150 punti base rispetto al 2021, con il conseguente pericolo di una fuga di massa degli investitori. Molte Banche Centrali nei Paesi emergenti hanno aumentato i tassi di politica monetaria. Ma se questo ha un effetto positivo contro gli squilibri economici, potrebbe avere un impatto negativo sulla crescita.