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Ora la lettura: Termometro macroeconomico 05-11.08.2019

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Agosto 2019
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Termometro macroeconomico 05-11.08.2019

È disponibile un aggiornamento settimanale dei principali avvenimenti economici e degli indicatori del calendario economico di maggior interesse.

01

Di cosa si tratta

Negli ultimi mesi è diventato sempre più importante e necessario analizzare considerare l’andamento dei mercati finanziari a partire dagli sviluppi macroeconomici e geopolitici globali. 
Per questo portiamo alla vostra attenzione un nuovo aggiornamento realizzato su base settimanale dei principali avvenimenti a livello globale insieme agli indicatori del calendario economico di maggiore interesse, riassunti in pillole per consentire una semplice e immediata comprensione della “temperatura” macroeconomica globale.

Il termometro rappresenta anche un valido strumento per permettere all’investitore finale di aumentare la conoscenza dei concetti base della finanza attraverso il glossario e la guida alla finanza del nostro portale dedicato all’educazione finanziaria Pictet per Te.

Sperando sia di vostro interesse vi invitiamo a farci pervenire via mail spunti e riflessioni per migliorare Il termometro macroeconomico a partire dalle vostre routine professionali.

02

La settimana in pillole

29 Luglio - 04 Agosto 2019

Martedì 30 luglio:

  • Decisione sui tassi della Banca del Giappone. La Bank of Japan ha lasciato la politica monetaria invariata.
  • I rappresentanti USA inizieranno due giorni di incontri con quelli cinesi a Shanghai in tema commercio. Con un Tweet il Presidente USA Donald Trump ha minacciato nuovi dazi su $ 300 mld di merci cinesi a partire dal primo settembre.
  • Dati sulla fiducia dei consumatori negli Stati Uniti. Dato in risalita rispetto al mese di giugno (rivisto a 124,3) e ben al di sopra delle aspettative (135,7 vs 125).

Mercoledì 31 luglio:

  • Decisione sui tassi della Fed. La Fed ha deciso di tagliare i tassi di un livello (al 2,25%, come limite superiore) e di interrompere il programma di riduzione del bilancio.
  • Dati sul PIL e sulla disoccupazione dell’eurozona. L’economia della regione è in rallentamento (crescita nel secondo trimestre dello 0,2% rispetto allo 0,4% del primo), ma la disoccupazione segna un minimo degli ultimi 11 anni (7,5%).
  • Dato sull’inflazione della zona euro. La relativa solidità del mercato del lavoro non si ripercuote per il momento sul livello dei prezzi, che restano assolutamente sotto controllo.

Giovedì 1 agosto:

  • Decisione sui tassi della Bank of England. La Bank of England ha lasciato la politica monetaria invariata.
  • Dati su PMI negli Stati Uniti e nell’eurozona. Negli Stati Uniti, PMI e ISM si mantengono in territorio espansionistico, nonostante il primo abbia superato le aspettative (50,4 vs 50,1) mentre il secondo le abbia deluse (51,2 vs 52). Il PMI dell’eurozona si attesta, invece, su un livello di 46,5.

Venerdì 2 agosto:

  • Pubblicazione del report sull’occupazione USA. Dato relativo ai non-farm payrolls solido e fondamentalmente in linea con le aspettative (164’000 vs 165’000), con il tasso di disoccupazione che resta sul livello minimo del 3,7%.
La settimana scorsa è stata ricca di avvenimenti, alcuni annunciati, altri inattesi.

Tra quelli annunciati, la Fed ha deciso di tagliare i tassi di riferimento per la prima volta dall’inizio della Grande Crisi nel 2008: a questo punto, per il meeting di settembre, il mercato sconta totalmente (probabilità del 100%) un ulteriore taglio dei tassi, ora compresi in un intervallo tra 2 e 2.25%.
Contemporaneamente, a conferma della svolta accomodante assunta con l’obiettivo di prolungare il ciclo economico espansivo, l’istituto americano ha deciso anche di anticipare la fine del programma di riduzione del bilancio (quantitative tightening).

In modo inatteso, invece, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha gettato ulteriore benzina sul fuoco delle tensioni commerciali: infatti, proprio in concomitanza della ripresa delle negoziazioni con una delegazione americana che era appena sbarcata a Shanghai, ha annunciato in uno dei suoi Tweet un nuovo incremento del 10% delle tariffe su $ 300 miliardi di merci importate dalla Cina.
Si attende ora la risposta della Cina, che come prima mossa ha lasciato lo yuan libero di fluttuare fino al livello più debole degli ultimi 10 anni (e oltre) e ha chiesto alle società a controllo statale di sospendere l’importazione di prodotti agricoli statunitensi.

Nel fine settimana sono stati pubblicati i dati relativi ai non-farm payrolls: nel mese di luglio negli Stati Uniti sono stati creati 164mila nuovi posti di lavoro (essenzialmente in linea con le aspettative di 165mila).
Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile sul livello minimo del 3.7%, ma ciò nonostante la crescita dei salari resta abbastanza controllata (3.2% a/a) in modo da permettere alla Fed di muoversi con minore pressione.

Altrove, la BoJ (Bank of Japan) ha lasciato la politica monetaria invariata, dicendosi pronta ad adottare ulteriori misure di stimolo qualora il contesto globale le rendesse necessarie.
Lo stesso ha fatto la BoE (Bank of England), nonostante le incertezze riguardo Brexit abbiano indotto l’istituto a ridurre ulteriormente le sue previsioni per la crescita.

L’economia dell’eurozona mostra ancora segnali di rallentamento, questa volta effettivi: la crescita nel secondo trimestre del 2019 si è fermata allo 0.2% (rispetto allo 0.4% del trimestre precedente).
Tuttavia, il mercato del lavoro resta alquanto stabile, con il tasso di disoccupazione che ha toccato il livello più basso degli ultimi 11 anni (7.5%); ciò nonostante, l’inflazione resta ancora abbondantemente sotto controllo.
03

Occhi puntati su...

05-11 Agosto 2019

Mercoledì 7 agosto:

  • Dato sulla produzione industriale in Germania.

Giovedì 8 agosto:

  • Pubblicazione del Bollettino Economico della BCE.

Venerdì 9 agosto:

  • Revisione del rating di credito dell’Italia da parte dell’agenzia Fitch (a febbraio BBB con outlook negativo).
La prossima settimana non vede grandi avvenimenti.

L’attenzione si concentrerà sull’evoluzione delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, con il rischio crescente di una nuova escalation.

A fine settimana, l’agenzia di rating Fitch si esprimerà riguardo al merito creditizio del nostro Paese: a febbraio, aveva lasciato il rating invariato a BBB, ma con outlook negativo.
04

Calendario economico

calendarioeco05082019
Fonte: Pictet Asset Management